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Motocross Femminile (WMX): il dietro le quinte con Janina Lehmann

30/11/2021
Christina Chiofalo
Pubblicato in: ,

Sempre più donne sono interessate al mondo delle due ruote, e moltissime vogliono avvicinarsi all’off-road ed al motocross. Queste due discipline simili tra loro, ma al tempo stesso diverse, richiedono tanta tecnica ed allenamento.
Janina Lehmann, 25enne cresciuta ad Hornburg in Germania, è una pilota nel mondiale femminile di motocross. L’abbiamo intervistata, facendoci raccontare e spiegare le difficoltà dietro le quinte di una gara:

 

“Hallo Janina! Grazie mille per dedicarci del tempo e concederci questa intervista. Siamo curiosissime di scoprire qualcosa in più su di te e sulla tua passione. Da quanti anni gareggi e perché hai scelto proprio il motocross?”

Sono circa diciannove anni che pratico il motocross. Tutto è iniziato quando avevo più o meno sei anni, mio padre guidava una moto stradale ed aveva un collega che correva in delle gare locali di motocross, e spesso ci invitava a vederle. Un giorno ho detto a mio padre: è troppo figo, voglio provare anch’io! Da quel momento è iniziato tutto, ed avevo sette anni quando ho partecipato ad una gara regionale. Ho iniziato con le gare nel campionato nazionale tedesco a dodici anni, per poi partecipare a diciassette anni al mio primo campionato mondiale.”

“Immagino sia stata una bella soddisfazione! Che sensazione è correre nel campionato mondiale femminile di motocross?”

Quando inizi a gareggiare e ti vedi migliorare sempre di più, arrivare a correre nel campionato mondiale diventa un obbiettivo da raggiungere. Il sogno sarebbe poi anche vincerlo, ma non è affatto semplice. Ti senti sopraffatta, ma la tensione e le aspettative sono davvero alte. Non puoi comportarti come nelle gare del campionato nazionale dove la prestazione è forse più bassa.

Janina Lehmann: “L’anno prossimo sarà la mia ultima stagione.”

“Riesci a dormire tranquilla la sera prima di una gara?”

Con l’esperienza e dopo anni di gare, riesci a dormire tranquilla la sera prima. Il giorno dopo però, quando sei in campo, l’ansia arriva automaticamente. Ti guardi intorno e vedi i piloti famosi e sai che comunque alcune ragazze sono più forti di te. Non le conosci tutte, non sai come guidano e nemmeno qual è il loro stile. Non hai aspettative, ti ritrovi da sola tra quaranta ragazze, tutte ammassate e pronte alla partenza. Nell’aria si percepisce la rivalità e chi più chi meno, ci si sente in competizione. Inutile dire che tra i primi posti è una vera lotta! Basta ricordare come Kiara Fontanesi e Courtney Duncan si sono affrontate nell’ultima gara in Turchia. Si bloccavano ed ostacolavano a vicenda, cercando di mettersi in difficoltà l’una con l’altra. Ma è un atteggiamento credo comprensibile, d’altronde si tratta di vincere.

“Hai un pilota che ammiri e ti ispira oppure al contrario che temi di più?”

Come pilota nelle gare femminili ammiro tantissimo l’olandese Lotte van Drunen. Lei ha un’ottima preparazione, ha solo quattordici anni ed è forte quanto le campionesse dei mondiali. È possibile partecipare alle classifiche una volta compiuti i quindici anni, sono curiosa di vedere come si comporterà. Ho la sensazione che dovremo temerla tutte! Tra i piloti maschi invece stimo tanto Antonio Cairoli. Lui per me è un mito, ha conquistato nove titoli mondiali e con questo ho detto tutto. Mi ispiro molto anche a Jett Lawrence ed alla sua incredibile storia. Ho avuto modo di conoscerlo e nonostante la sua notorietà è una persona molto umile e determinata. Lui e la sua famiglia hanno venduto tutto in Australia, hanno abbandonato la loro vita privata dedicando ogni minuto a questo sport. Hanno investito tanto denaro con l’obbiettivo di sviluppare la sua passione e diventare famoso negli USA e ci è riuscito. Lui è un campione che ha realizzato un sogno.

Janina Lehmann: “Mi piacerebbe classificarmi tra le Top10.”

Non è ancora ufficiale, ma il prossimo anno sarà probabilmente la mia ultima stagione. Mi piacerebbe riuscire a classificarmi tra le migliori dieci nei mondiali femminili e poi penso di volermi dedicare di più alla mia vita privata ed al lavoro. Ho la sensazione che le mie capacità vengono sottovalutate. Ammetto che nel campionato mondiale non vado forte, mi sento alcune volte sotto pressione. Bisogna però riconoscere che le mie capacità tecniche sono davvero buone. Rispetto ad altre pilotesse che corrono al mio stesso posto in classifica, per me che sono una semplice ragazza della Foresta Nera dove non ci sono luoghi adatti per allenarsi, me la cavo molto bene. Purtroppo io sono limitata nella preparazione, devo prima percorrere tanti chilometri di strada per trovare una pista o del terreno adatto ad allenarmi. Le ragazze belghe ad esempio oppure provenienti dall’Olanda in questo sono fortunate, hanno molte più possibilità di sterrato e percorsi d’allenamento di me. Ci metto comunque tanto sforzo ed impegno per fare crescere la mia
passione, ma anche il budget è limitato.

Janina Lehmann: “Purtroppo ho la sensazione che le mie capacità vengono
sottovalutate.”

“Effettivamente il motocross sembra essere molto impegnativo e richiede tanto allenamento. Come ti prepari fisicamente?”

Mi alleno principalmente in palestra con un istruttore che allena anche altri piloti e mi prepara fisicamente. È fondamentale allenare la resistenza fisica, faccio jogging ed anche degli esercizi con dei pesi per rinforzare i muscoli. In alcuni periodi mi alleno sei giorni su sette. Il motocross è stancante perché hai tutto il corpo in tensione e non devi mai perdere il controllo della moto. La vera difficoltà durante le gare arriva proprio sul finale, in quanto il terreno è devastato e quindi più impegnativo da gestire ed il tuo corpo però inizia a cedere. Una gara dura circa 25-30 minuti, ed esegui circa tredici giri. Prima ti sei però già allenata almeno altre quattro volte.

“Il motocross è uno sport adatto a qualsiasi età?”

Dipende sempre dall’obbiettivo che hai. Secondo me puoi provarci a qualsiasi età, finché vuoi farlo per solo divertimento. Se vuoi invece gareggiare, è sicuramente meglio aver già iniziato da piccola. In tal modo impari subito ad avere feeling con la moto, ricavandone piena padronanza.

“Anche tuo fratello gareggiava nel motocross, smettendo nel 2014 quando ha subito un brutto incidente, quasi mortale. Con grande coraggio non ti sei lasciata influenzare dall’accaduto ed hai scelto di continuare a coltivare la tua passione. Cosa ne pensa la tua famiglia?”

Il rischio di cadere e farsi molto male fa parte di questo sport. Se fosse per mia madre dovrei smettere subito, lei sarebbe più felice se smettessi. Mio padre invece mi supporta, senza però incitarmi oppure costringermi a dare di più. Tra l’altro lui è più contento e tranquillo con il motocross, che a farmi guidare le moto su strada. Me lo ha vietato, ed infatti non ho la patente per la moto. E poi c’è mio fratello a sostenermi ed accompagnarmi sempre. Lui è il mio meccanico, il mio allenatore in campo e mi dà preziosi consigli. Senza di lui, non riuscirei a continuare.

“Spesso sentiamo dire che il motocross è uno sport per uomini, cosa ne pensi?”

Penso che il motocross non sia assolutamente uno sport per uomini. È tutta questione di pratica e resistenza fisica. Perché una donna non dovrebbe farcela? Con un buon allenamento può correre chiunque, a qualsiasi età ed indipendentemente dal sesso. Mi è capitato di allenarmi in campo con dei maschi fuori forma, che già al secondo giro erano stanchi, mentre io mi stavo ancora solo riscaldando.

Janina Lehmann: “Il motocross non è uno sport per soli uomini.”

“Trovi allora che le gare dovrebbero essere miste anziché essere suddivise in categoria uomo/donna?”

No, anzi! Secondo me è importante che le donne corrono separate dagli uomini. Come in ogni sport che fisicamente è impegnativo, la prestazione fisica di un uomo è diversa da quella della donna. Trovo però assolutamente corretto e fondamentale che le gare di entrambe le categorie siano nello stesso luogo e lo stesso giorno. In tal modo otteniamo entrambi la stessa attenzione. Chi andrà a vedere una gara maschile, probabilmente rimarrà a vedere anche quella femminile. Purtroppo degli sport femminili non se ne parla molto e sono ancora poco pubblicizzati.

“Attualmente corri su una Yamaha. Fa differenza il marchio della moto? Nel senso che la moto potrebbe comunque aiutarti a vincere ed a fare la differenza?”

Non credo. Le moto da cross sono tutte uguali, qualcuna può essere leggermente truccata, ma al 90% è il pilota a far la differenza. Nel motocross, essendo principalmente tutta tecnica corporea, la moto è solo un mezzo col quale gareggiare. Mi sono trovata bene con Yamaha, ma hanno deciso di non volermi più supportare. La prossima stagione correrò con Honda e sono molto curiosa. Normalmente prima di cambiare e scegliere una moto, la provi e valuti come ti trovi. Per via del mio infortunio non ho potuto farlo e quindi ho scelto alla cieca. Vediamo come andrà.

“Toglimi una curiosità: L’abbigliamento tecnico femminile nel motocross, c’è abbastanza scelta?”

Direi di si, non posso lamentarmi. L’unico difetto è che i produttori d’abbigliamento tendono ad utilizzare colorazioni come il rosa e fantasie da femminuccia, anziché prestare più attenzione al taglio dei capi ed adattarli meglio alle forme fisiche di una donna.

“Ok Janina, potrei ancora farti migliaia di domande, ma concludo con quest’ultima (così puoi andare in palestra): cosa vorresti dire a tutte le ragazze che vogliono avvicinarsi al mondo del motocross?”

Non date retta ai maschietti! In generale tendono a volerti sempre dare consigli da esperto. Non ascoltate nessuno e fate ciò che pensate di voler fare.

Christina Chiofalo
MissBiker© 2021
ph.credits copertina: Sevenonepictures
ph.credits testo: Shitbybavo

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