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La Corsica in moto: un’avventura in solitaria

07/08/2023
Christina Chiofalo
Pubblicato in: ,

Avete presente quella sensazione, quella voglia di partire e basta? Ecco, io ce l’ho spesso! Ma questa volta volevo partire senza pianificare nulla, senza prenotare pernottamenti, semplicemente così all’avventura. Ma soprattutto sentivo il bisogno di partire da sola. Questa volta volevo finalmente decidere tutto io, partire a modo mio e senza tempistiche. Così tra le varie mete che ho in lista e che desidero esplorare, ne ho scelto una molto gettonata e che dicono sia l’isola per i motociclisti: la Corsica. 

Dieci giorni prima della partenza ho acquistato il solo biglietto del traghetto. È stato il mio primo imbarco con la moto, e già il fatto di aver inserito in fase di ricerca in internet “1 adulto ed 1 moto” è stata una sensazione mista tra lieve follia ed entusiasmo. Sinceramente ero un pochino agitata al pensiero di partire da sola, ma non vedevo l’ora!

Nelle borse laterali della moto ho inserito le solite cose: un pantalone corto ed uno lungo (per eventuali serate fresche), delle t-shirt che praticamente non ho mai indossato, (purtroppo tendo ancora a portarne troppe), una giacca antivento e l’intimo ovviamente. Considerando che la Corsica è un’isola e quindi ha delle spiagge, ho portato anche un costume ed un telo mare. Uno di quelli sottili e poco ingombranti comprato alla Decathlon.
Vestiario a parte, non poteva mancare l’antipioggia e per la moto ho solamente portato: un ragno, delle fascette (per comodità ed eventuali imprevisti, visto che le borse già sono semi rotte) ed una bomboletta di lubrificante per catena. Un gilet catarifrangente! Perché in Francia è obbligatorio, come anche i guanti. Avrei potuto inoltre portare il kit di riparazione gomme, il compressore portatile ed attrezzi vari…ma erano un peso in più. E poi, sinceramente parlando, mi sono detta: gli imprevisti fanno parte dell’avventura. E se fosse successo qualcosa avrei comunque utilizzato il pacchetto Moto Europa Top con Liberty Rider.

CORSICA: L’ISOLA PER I MOTOCICLISTI

Paesaggio a parte, l’asfalto e le strade della Corsica sono perfetti. Ci sono indicazioni stradali ovunque, quindi è semplice muoversi anche senza sistemi di navigazione. Non è un’isola molto economica, ed anche al supermercato i prezzi sono abbastanza alti. Che poi a pensarci bene non sono tanto diversi da quelli di Milano. Lo stesso vale attualmente per il costo della benzina.

Mi è piaciuto molto trovare nelle cittadine dei parcheggi dedicati solo alle moto, con tanto di paletti che impediscono alle macchine di parcheggiarvi vicino. Ed in generale ho visto gli automobilisti molto predisposti a favoreggiare il sorpasso, il passaggio alle moto. In strade strette spesso addirittura accostavano per farmi passare e godere in pieno delle curve! (Li ringrazio ancora oggi.)

L’Unica nota stonata: i prezzi delle strutture per dormire tendono ad essere senza colazione. In alta stagione consiglierei di prenotarle in anticipo.

Ho apprezzato moltissimo il nord-ovest dell’isola in quanto selvaggio e meno trafficato rispetto al sud. Mentre la zona est mi è piaciuta meno, e secondo me si potrebbe anche evitare. Le spiagge sembrano un po’ il lungomare di Rimini ed anche il panorama non è granché. La maggior parte delle persone che sono state in Corsica consigliano di effettuare il giro in senso orario per questioni di maggiore sicurezza in quanto la guida è sul lato interno della strada e non dal lato esposto verso il mare. Molte strade sono senza guardrail e con il burrone sotto, ma io ho deciso di percorrerlo in senso antiorario.

ph. Christina Chiofalo

IL MIO ITINERARIO IN 5 CINQUE GIORNI

GIORNO 1

Partendo da Milano avevo la scelta tra l’imbarco a Livorno, a Genova ed eventualmente c’erano traghetti anche da Savona. I prezzi del biglietto erano più o meno simili, le distanze da casa mia al porto avrebbero fatto la differenza, ma a decidere sono stati gli orari di partenza. Ho scelto di partire da Livorno per Bastia, andata e ritorno. Sbarcata al porto di Bastia mi sono avviata verso nord in direzione Erbalunga per poi continuare verso la penisola di Cap Corse, salendo sul Col de Serra. È facile arrivarci, basta seguire la strada D80 che praticamente è una delle strade principali dell’isola. Per fortuna prima di partire mi ero segnata a penna su un foglio di carta alcune indicazioni stradali di riferimento, perché sul traghetto nonostante ci fossero i cartelli con scritto wi-fi ho consumato tutta la connessione dati e sono rimasta senza internet, e quindi niente Google Maps. L’avventura infatti era iniziata proprio bene, con una bella porzione di sconforto!
In mezza giornata ho esplorato il “dito” della Corsica, che sarebbe la punta che vediamo sulla mappa a nord dell’isola. Ho così iniziato a prendere familiarità con le prime curve e con l’asfalto che spesso è scivoloso per via della sabbia e dei residui di terra della costa. Lungo la strada costiera arrivando ad Ersa si trova il Moulin Mattei. Questo antico mulino merita una sosta in quanto è diventato simbolo del famoso ed omonimo liquore Cap Corse Mattei inventato nel 1872, e poi dal suo parcheggio si gode di una vista panoramica stupenda. Pochi chilometri più avanti è possibile svoltare a destra e deviare il percorso verso Centuri, che è un piccolissimo borgo con un porticciolo che merita una breve visita. Tornando sulla D80 si arriva ad un altro punto panoramico: il Belvedere d’Alisu da dove si può ammirare una stupenda spiaggia dai colori pazzeschi. Col caldo di quella giornata, avrei voluto fare un tuffo direttamente dalla scogliera. Considerate che tutta la D80 è tortuosa con una vista panoramica stupefacente, è facile distrarsi. Una curva dietro l’altra sono arrivata a San Fiorenzo, tappa finale della giornata.

GIORNO 2

Mi sono svegliata riposata e curiosissima di esplorare l’isola. San Fiorenzo è un punto strategico per continuare il tour verso il sud. Poco prima di raggiungere Isola Rossa, si può ammirare dall’alto la spiaggia di Lozari. È mozzafiato! Una lunga lingua di sabbia dorata dalle acque turchesi.
Ho continuato verso Calvi, dove mi sono fermata a fare una piccola pausa tra i suoi vicoli pieni di negozietti che vendono souvenir. Fa troppo caldo per girovagare a piedi, mi rimetto in sella e seguo la strada D81 in direzione Osani. Si arriva così al Col de Palmarella. Un Passo che si trova al confine tra Corsica settentrionale a Corsica del sud. Cosa ve lo dico a fare, non c’era un pezzo di strada in rettilineo! E poi questa strada nell’entroterra è poco trafficata, c’ero solamente io, e mi sembrava di essere arrivata su un altro pianeta. Il paesaggio è molto arido e roccioso, i colori sono come quelli del Gran Canyon. Mi rendo conto che le curve iniziano a diventare una droga, non voglio più fermarmi. Proseguo, l’obbiettivo sono i Calanchi di Piana. Prima di arrivarci, si passa automaticamente da Porto. Una cittadina il quale Golfo è stato inserito nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. In una delle tante curve trovo finalmente un piazzale all’ombra. Mi fermo per fare una pausa e mangiare un panino comprato al supermercato. Ascolto il canto delle cicale, osservo la mia moto e mi sento felice. Sono in mezzo al nulla, da sola e spensierata. Prima di rischiare di abbioccarmi mi rimetto in sella. Fa davvero troppo caldo. È fine giugno, ma quel giorno c’erano circa 42° e viaggiare con la tuta nera in pelle sotto al sole di mezzogiorno, è stato abbastanza impegnativo. Spesso mi chiedevo se quei panorami fossero reali, oppure si trattassero di allucinazioni. Fortunatamente nella zona nord-ovest ci sono molte fontanelle con l’acqua potabile, così ho potuto riempire il mio zaino idrico e rinfrescarmi, bagnare i capelli. Arrivata ai Calanchi di Piana, capisco il perché siano così turistici. Effettivamente meritano di esser visti. Si raggiungono tramite una strada dalle curve racchiuse tra le rocce di colore rosso ed arancione, ricordano molto le Gole del Daluis in Francia. Il punto famoso dei Calanchi è il buco nella roccia a forma di cuore. Meriterebbe una foto, ma la massa di gente mi fa passare la voglia. Mi scatto velocemente un selfie e concludo il giro ad Ajaccio, capoluogo della Corsica.

GIORNO 3

Il terzo giorno lo dedico al sud-est della Corsica. Il paesaggio qui cambia e diventa già più turistico, occhio ai velox! Mi è arrivata una multa a casa pochi giorni dopo il rientro. Le strade sono larghe con curvoni a parabolica che invogliano a dare gas. In direzione Porticcio imbocco la T40 verso Sartena, dove poco dopo è obbligo fermarsi per via della splendida vista panoramica sulla spiaggia di Roccapina. Quest’ultima è famosa per lo scoglio del “Leone di Roccapina”. Effettivamente è uno scoglio che somiglia ad un leone sdraiato, e giuro che non è il caldo a farmelo immaginare! Soddisfatta del bel panorama proseguo. La destinazione principale della giornata di oggi è Bonifacio, che mi è piaciuta molto! È una cittadella medievale costruita su una costiera in pietra bianca, ed è tutta in salita con dei vicoli ripidi e stretti. A seguirla non può mancare Porto Vecchio. Ma prima di raggiungerlo voglio andare a vedere una delle più famose spiagge della Corsica: Plage de Palombaggia. Arrivare in questa spiaggia intutata come un marziano sotto al sole, ed avere gli occhi dei bagnanti addosso è stato un ricordo memorabile. Giuro che riuscivo a sentire i loro pensieri. Questo lungomare è molto bello, ma vedere la spiaggia così affollata mi ha annullato la fantasia di farmi un bel bagno rinfrescante. Torno quindi alla moto, sperando di non essermi infossata nella sabbia, perché ho voluto improvvisare del fuoristrada per avvicinarmi il più possibile. 

GIORNO 4 

Come quarto giorno mi dedico all’entroterra. Ho troppa voglia di curve ed il mio spirito vuole trovare qualcosa di wild. Mi metto in sella verso il Col de Bavelle, una montagna che si raggiunge attraversando il Parco Nazionale Regionale. Ci sono anche delle aree camping, ed è frequentato da chi ha piacere ad immergersi nelle piscine naturali e fare un bagno rigenerante circondato dalla natura. Per un momento non mi sembra più di essere in Corsica, il panorama è circondato da cime rocciose ed immense foreste, finalmente delle strade all’ombra. Scatto la mia solita foto da conquistatrice dei Passi davanti al cartello e proseguo verso Bocca di Sorba. Per arrivarci bisogna traversare il Col de la Vaccia che è un valico tra i due Passi nominati. Bisogna dire che il dislivello sui Passi della Corsica non è tantissimo ed anche i panorami non sono quelli delle Dolomiti, però le curve non mancano. E la temperatura è sicuramente piacevole rispetto a quella sul mare. È davvero facile assaporare il verso senso di libertà su queste montagne, perché in giro non c’è quasi mai nessuno. E poi ho scoperto per caso il Col de San Petru. Ecco, arrivare fino al suo rifugio nascosto nel bosco, è stato una di quelle situazioni dove di ritrovi dispersa su stradine sterrate accompagnate da burroni e con un solo pensiero fisso: “Ma dove sono finita? E se succede qualcosa?”. Però sono proprio le situazioni più belle! Tu, la moto e la natura. Anche se in questo caso c’erano i maiali! Salendo sul Col de Sorba bisogna infatti andare piano e stare attenti, perché ci sono dei maiali selvatici per strada. A fargli concorrenza: le mucche. Insomma, una strada trafficata! La mia penultima giornata si conclude a Corte, principale centro abitato dell’entroterra dell’isola.

ph. Christina Chiofalo

GIORNO 5

È il mio ultimo giorno. Come avete letto, non ho ancora fatto una giornata di mare. Purtroppo, ci sono troppe curve da farmi perdere la testa, e pensare di stare sdraiata in spiaggia le ore a fare nulla mi sembra tempo sprecato. Anche l’ultimo giorno ho deciso di esplorare ancora un po’ di entroterra, partendo da Corte e percorrendo il Col de Vergio. Da qui non potete assolutamente perdervi il Canyon de la Ruda nella vallata di Verghellu. Una riserva naturale molto selvaggia e rocciosa. Anche qui non esiste un rettilineo, ed il tragitto è breve ma intenso. Dopo quest’altra scorpacciata di curve sono tornata ad Isola Rossa per visitarla, e poi recarmi alla spiaggia di Lozari che secondo me è la più bella tra quelle che ho visto. Finisce così la mia vacanza. Sdraiata in spiaggia godendo delle ultime ore vicine al tramonto, facendo il bagno in un mare dai colori caraibici e le onde che sciacquano via il sudore e la fatica. Chiudo gli occhi e respiro il vero senso della libertà. Ripenso ad ogni giornata trascorsa, ed ognuna mi ha regalato un’emozione. Il bello è anche stato che ho viaggiato in solitaria ma non ero mai sola. Ho conosciuto molte persone, alcune di loro hanno avuto ammirazione nei miei confronti vedendomi in moto, mentre con altre ho invece condiviso le emozioni per la stessa passione. In questo viaggio ho imparato dagli errori che ho compiuto, perché la disorganizzazione in certe situazioni si è fatta notare, e sono stati un’ottima lezione per migliorare. E poi ho capito che viaggiando in compagnia oppure con il partner assecondiamo le decisioni altrui oppure scendiamo a compromessi, e così facendo rinunciamo però a delle proprie necessità. Subconsciamente non viviamo il pieno senso di libertà. Mi sento di consigliare a chiunque almeno una volta nella vita di provare la mia stessa esperienza.

E comunque adesso posso confermarlo anch’io: la Corsica è l’isola per i motociclisti!

Christina Chiofalo

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