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Il richiamo della strada: la moto spiegata a chi non ce l’ha

30/05/2023
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,

Quando ho rivisto Giulia dopo anni quasi non l’ho riconosciuta. Eravamo in caffetteria, lei vestita con jeans, t-shirt e sneaker e io con l’armatura da motociclista e il casco in mano. Ci siamo messe a chiacchierare e, come prevedibile, ho iniziato a parlare di moto. Lei era molto curiosa di capire cosa ci fosse di così affascinante nella moto. “Sono rumorose, corrono troppo e alla fine rischi pure di morirci!” A queste parole mi sono zittita. Non sapevo cosa rispondere perché il mio mondo è fatto di persone che amano o almeno rispettano il motociclismo. Lei no. Ci ho riflettuto e ho voluto scrivere qualche riga dedicata a chi non è motociclista per tentare di far capire come questo “pezzo di ferro” sia in fondo una metafora della vita.

M
come Motivazione

Quando sono salita per la prima volta in moto e ho iniziato a capire come funzionava, avevo una sola cosa in testa: migliorare. Ricordo bene i primi corsi di guida sicura, la voglia di perfezionare la mia guida, la felicità nel riuscire a fare una curva nel modo giusto. La soddisfazione di sentirmi sempre più meritevole di questo magnifico mezzo a due ruote. La motivazione è un tratto essenziale per la vita di tutti i giorni. Ci muove a fare, a impegnarci, è pura benzina per il motore che spinge le nostre vite, ci aiuta a vincere una sfida, a combattere per autodeterminarci, ci fa raggiungere i nostri obiettivi.

O
come Obiettivi

Da sempre la vita è contrassegnata dagli obiettivi che ci diamo. Iniziamo fin da piccole a cercare il modo di soddisfare noi stesse e chi amiamo, per poi darci traguardi sempre più ambiziosi. La moto mi ha posto sempre nuovi obiettivi, fin da quando ho guidato la prima volta: superare l’esame per la patente, percorrere i primi chilometri in solitaria, i primi tornanti, fare il primo giro in gruppo, la prima volta in pista, il primo passo dolomitico. Tante prime volte, tanti ostacoli, specialmente mentali, quelli più o meno paralizzanti che se non li affronti non saprai mai chi sei e di cosa sei capace. Ma per fare tutto ciò c’è bisogno di un ingrediente importante che si chiama tenacia.

T
come Tenacia

Ho cercato sul dizionario questa parola troppo poco utilizzata e trovato una definizione perfetta: la persona tenace è una “persona dotata di una forza tale da riuscire ad affrontare situazioni avverse che richiedono grande forza fisica, spirituale, intellettuale”. Quanto ci mette alla prova la moto? Tantissimo. Dobbiamo combattere contro tante paure. Una delle più forti è la paura di affrontare tutto da sole. Sì, perché quando guidiamo una moto la nostra vita dipende interamente da noi.

Non dobbiamo pensare alle avversità, altrimenti non usciremmo più di casa. Dobbiamo fare del nostro meglio per saper gestire al meglio le situazioni che il mondo là fuori ci sbatte in faccia. Le paure si affrontano, sempre, e una volta superate sarà straordinario poter vedere tutte le opportunità che si spalancano di fronte a noi.

O
come opportunità

La moto mi ha migliorato come persona, questo l’ho sempre pensato. Ho acquisito consapevolezza di chi sono, spogliata di tutto mentre riflettevo per ore nel casco, cercando soluzioni ai miei piccoli e grandi problemi. Le opportunità non nascono dal nulla, siamo noi che ce le costruiamo. Ci offrono possibilità di oltrepassare dubbi e angosce portandoci su strade meno accidentate, ci porgono su un piatto d’argento opportunità di cambiamento.

C
come cambiamento

L’essere umano non è fermo, è in continuo movimento. Ogni persona che fa un percorso, cambia. Si torna diversi dopo un viaggio che ci ha portato a immergerci in altre realtà, si cambia dopo aver chiarito una discussione, si cambia dopo aver affrontato una strada impervia che mai avremmo pensato possibile. Il cambiamento non dev’essere repentino ma, se vogliamo che sia più duraturo, dev’essere lento, uno slow ride in cui ti guardi attorno e ti accorgi di ciò che ti circonda, interiorizzando e godendo di ogni singolo passo (o chilometro). Questo processo può portare a qualcosa di indispensabile per ogni donna: l’indipendenza.

I
come indipendenza

L’indipendenza per molte non è una cosa così scontata. Ho già parlato delle mille paure di affrontare ciò che ci spaventa, ma difficilmente possiamo farlo dal sellino posteriore di una moto.
Essere indipendenti significa decidere con la propria testa, significa avere il potere di correre, fermarsi, fare un viaggio di mille chilometri senza che nessuno ci possa dire che non va bene. Se poi sulla nostra strada troviamo altre persone come noi, allora è pura gioia e diventa condivisione perfetta.

C
come condivisione

“La felicità è la sola cosa che si raddoppia quando la si condivide” così affermava il premio Nobel per la pace Albert Schweitzer. E io credo abbia pienamente ragione. Trovare qualcuno con cui condividere i chilometri, le emozioni, le piccole conquiste in sella alla propria moto è qualcosa di speciale. A volte basta un cenno per capirsi e quando ci si ferma si celebra un rituale profondo, una sensazione di pienezza ed euforia difficili da spiegare. La condivisione però, non deve essere obbligata, è frutto di una ricerca e di una maturazione reciproca.
Sappiamo bene quanto difficile può essere condividere un pezzo di vita con chi non è in sintonia con noi, che non ha lo stesso ritmo, la stessa velocità. Diventa un continuo aspettare o rincorrere, un qualcosa che non ci dà gioia ma senso di inadeguatezza e frustrazione.
La vera condivisione ci fa assaporare il senso della parola libertà.

L
come libertà

La moto è sinonimo di libertà, quante volte ho sentito questa frase e quanto sono convinta di questo. Essere libere di esprimerci, di partire, di decidere, di essere noi stesse in sella alla nostra moto è il regalo più grande che possiamo farci.
E’ proprio la libertà che ci offre la possibilità di vivere al massimo tantissime emozioni.

E
come emozioni

Le emozioni hanno un colore, l’ho letto tempo fa. E quindi posso dire che la moto, come la vita, ci regala un arcobaleno emotivo tutto da vivere. A volte i colori sono più vividi, altre volte più soffusi ma ci sono sempre, basta farci caso.

Penso alla gioia di essere arrivata in cima ad un passo, al divertimento di fare una strada di montagna, all’estasi di sentirsi pienamente parte del tutto, all’appagamento di aver fatto del proprio meglio, alla tranquillità di essere immerse nel paesaggio ricco di storia. E poi tutte le sfumature possibili, dalla sensazione dell’aria addosso, di essere dentro agli elementi come la pioggia e il vento, di stare sopra le nuvole, di vedere la meraviglia di un tramonto.
Ci ripenso e mi dico che mai avrei vissuto certe emozioni se il mio percorso non fosse stato così tortuoso.

T
come tortuoso

La vita non è una strada dritta ma un percorso fatto di salite, discese, curve, tornanti ampi e in contro pendenza. Sono gli ostacoli che più terrorizzano chi inizia a guidare una moto, e così è stato anche per me.
Un passo che tutte noi abbiamo in mente di fare o abbiamo già fatto per il gusto della sfida è lo Stelvio. Parliamo di 48 tornanti che mettono a dura prova noi e le nostre moto. Ma quando arriviamo in vetta, la gioia è tantissima.
Il lavoro, i figli, le incombenze, le difficoltà, sono tutte curve più o meno difficili che ci fanno rallentare, scalare una marcia, prendere confidenza con l’equilibrio, con i pesi, con frizione, freni e manopola del gas. Ci sono traiettorie da seguire per fare tutto nel modo corretto ma ci saranno momenti in cui saremo prese alla sprovvista sia dalla strada che dal comportamento inaspettato degli altri. C’è solo una certezza. Arriveremo in cima, non faremo caso a quanto tempo ci abbiamo messo, ci rilasseremo e con il petto gonfio di gioia ci diremo: “Ce l’ho fatta anche stavolta!”

T
come tempo

Ci sono momenti in cui il tempo sembra rallentare ma quando sto guidando sembra quasi fermo. E’ quello stato di “flow” (flusso), di essere completamente immersi in ciò che stiamo facendo e amiamo. E’ qualcosa che capita spesso quando si guida, si scrive, si crea. Anche in moto accade molto spesso quando si è fatta un po’ di esperienza e cambiare, accelerare, frenare, bilanciare, curvare diventano qualcosa di automatico. Si è in uno stato di immersione totale, di concentrazione non faticosa, di controllo e di piacere. Si gusta ogni avventura, ogni metro, ogni sensazione è amplificata e tutto il resto scompare, anche il tempo.

A
come Avventura

E’ un’avventura la moto, una di quelle cose che tolgono il respiro e fanno battere il cuore. A volte si trattiene l’aria nei polmoni, a volte ci si spaventa ma poi all’arrivo ci si sente più ricchi di quando si è partiti. Un viaggio, anche uno breve, può essere un’avventura da raccontare, una storia in cui siamo protagoniste, ci sentiamo vive e libere.
Sono magari piccoli dettagli che rendono un piccolo giro in moto qualcosa di straordinario. Mi è capitato quando un cervo era in mezzo alla strada e mi ha guardato, quando un rapace è passato pochi metri sopra la testa del motociclista che seguivo, quando ho trovato una strada chiusa e cambiando percorso ho scoperto un itinerario incredibile.
Non serve nemmeno andare così lontano per trovare un’avventura, spesso dipende da come vediamo noi le cose, da come ci approcciamo alla vita. Vi assicuro che se siete curiose e aperte, potrete vivere storie incredibilmente emozionanti, specialmente in sella ad una moto.

Lisa Cavalli
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