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La campionessa Sandra Gomez ci dedica uno scritto che ci ispira a raggiungere i nostri obiettivi e a non mollare mai.

Uno dei fondamenti principali con il quale sono cresciuta è che siamo tutti uguali davanti a ciò che vogliamo diventare. Sono cresciuta con mio fratello, quattro anni più grande di me, e a casa ci hanno sempre trattato come pari. Eravamo due bambini che giocavano con le biglie e i tappi di bottiglia, a bocce, andavamo in moto, facevamo trial, sciavamo, gareggiavamo in moto e partecipavamo a campionati mondiali di trial in tutto il mondo. Ma è sempre stato un gioco. Anche quando guadagni dei soldi e hai responsabilità, quando gareggi metti insieme tutte le tue abilità e continui a giocare.

Mi piacerebbe che tu, che stai leggendo questo articolo, pensassi a qualcosa che ti rende felice, a ciò che vorresti diventare, a ciò che vorresti vedere in te stessa, qualcosa che al momento ti sembra impossibile. È così che io vedevo, circa sei anni fa, l’obiettivo di riuscire a portare a termine delle gare come la Romaniacs nella massima categoria, o partecipare all’Erzberg Rodeo o finire la Dakar. Sognavo di poter partecipare a quelle gare ma non credevo che fosse possibile, per il mio livello, per la mia situazione economica…

Adesso prova a mettere da parte per un istante l’obiettivo, che per ora rimane un sogno, e ti invito a pensare a quali cose potrebbe essere bello fare per contribuire a rendere quel sogno realtà, e che ti rendano anche felice. Partecipare a qualche gara a livello regionale o nazionale, fare trekking sulle montagne vicino a casa… obiettivi che possono essere realizzabili in breve tempo e che in seguito puoi aumentare di difficoltà.

Ecco, questi sono stati i miei inizi nell’Hard Enduro, attraverso l’allenamento, il superamento di piccole sfide giorno dopo giorno, cercando la motivazione in obiettivi graduali; è così che si costruiscono le montagne. Così sono arrivata a fare cose che nemmeno io pensavo di poter fare, come partecipare alla Dakar.

Dove sta il limite in ciò che vogliamo fare? Per me è sempre stato chiaro che il limite lo decidi tu stessa. Non possiamo affrontare una grande sfida senza essere preparate, ma possiamo fallire, perché non sappiamo mai veramente quando siamo pronte. Quindi, inizia piano piano e affronta le tue sfide, fallisci, e poi preparati meglio analizzando i fallimenti di quel primo tentativo. Fallire va bene. Significa che abbiamo provato e che siamo sulla strada giusta per riuscirci. Rinunciare è diverso da fallire. E devo dire che anche rinunciare sentendoti comunque soddisfatta per averci provato è una sensazione appagante. Non sono mai riuscita a diventare campionessa mondiale di trial, ma sono arrivata seconda e sono contenta di me stessa, ho fallito, ho provato di nuovo alcune volte senza mai diventare la numero uno. Ma devi essere “giusta” con te stessa, solo tu sai veramente le cose, solo tu sai quanto pesa lo zaino pieno di emozioni, di problemi, di qualsiasi cosa. Quindi, forse, essere seconda, ultima o quinta va bene, se l’hai fatto con tutto il cuore e quel risultato è l’equivalente del tuo “numero uno” personale. Si tratta solo di essere la tua migliore versione, nient’altro che per te stessa, dove tu imposti il limite, se lo trovi.

Ci vediamo in montagna, vicino al mare o in qualche bosco…ma sicuramente ci vedremo in moto!
A presto,

Sandra Gómez
ph. credits Sandra Gómez

Traduzione Lisa Di Blas
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