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Ducati Panigale 1299 S Anniversario – L’incontro con la Signora

10/07/2023
Sabrina Godalli
Pubblicato in: ,

La proposta “indecente”

Sì, avete letto bene. Le parole usate non sono mai scritte a caso ma c’è sempre un valido motivo. Qualche giorno fa ho avuto l’onore di provare, su strada, una Ducati Panigale. Già così ci sarebbe di che essere contenta, ma non finisce qui. Non si tratta di una Panigale “qualunque”, se è consentito usare il termine qualunque per definire quel tipo di moto, ma si tratta di una 1299 S Anniversario. A differenza della BMW provata a maggio, questa avventura mi è stata proposta dal proprietario della moto, nonché Ducatista d’annata che stima e segue il marchio bolognese da anni. L’idea è arrivata con un comune messaggio il giorno seguente al mio compleanno in aprile e, dopo aver organizzato orari e luoghi adatti agli impegni di entrambi, la prova si fa. Eccome se si fa!

Forse, però, qualcuno, leggendo quello che scrivo, potrebbe chiedersi come mai dalle prime comunicazioni, dai primi contatti, con i vari proprietari, alle prove vere e proprie, passano magari dei mesi. È semplice: perché nella vita di tutti i giorni sono impegnata con il mio lavoro e devo ritagliarmi del tempo quando ci sono i momenti liberi: mettendo insieme, appunto, il lavoro, la famiglia, tre figlie non è sempre agevole ma questo è uno dei messaggi che cerco sempre di far passare a voi Miss Biker, ragazze, lavoratrici, mamme e motocicliste. Quale messaggio? Quello di ritagliarvi anche un’oretta, ogni tanto, per la vostra passione perché si può, si può eccome ragazze!

Proviamo la Signora!

E il momento arriva ragazze, un sabato mattina di fine giugno. Nei giorni precedenti c’è stata pioggia e, come c’era da aspettarsi, alle sei e mezza del mattino stesso, piove alla grande e sembra un giorno di fine settembre. Questo non ferma i Ducatisti e decidiamo di trovarci comunque. Personalmente non sono molto preoccupata per il meteo perché trovarmi ogni tanto a guidare sotto la pioggia, o con asfalto bagnato, le mie moto che avendo vent’anni non hanno controlli elettronici di nessun tipo, un po’ ti permette di gestire la situazione. La soggezione arriva dal fatto che so che ho la possibilità di guidare un modello veramente particolarissimo. E raro. Già, proprio così. Questa versione di 1299 infatti è la S “Anniversario”. Questa 1299 è stata realizzata in 500 esemplari numerati in occasione del 90° anniversario del marchio di Borgo Panigale e mostrata al pubblico in occasione del World Ducati Week del 2016. Oltre a un allestimento ad hoc per lei, che la differenzia dalla 1299 base, ha anche una grafica dedicata, nel tipico stile Ducati.

Ora, ragazze, intendiamoci: una 1299 è già un modello assolutamente al top, qui è presente un altro bel po’ di materiale interessante per renderla ancora più importante, sia a livello tecnologico, sia a livello di prezzo. Non serve che ci nascondiamo dietro un dito, è noto a tutti che Ducati, soprattutto nei modelli rari, o celebrativi, punta in alto in tutto. Questo per ribadire che, per una Ducatista, trovarsi per le mani proprio lei, è un onore. Una volta conosciuto il proprietario, mi faccio raccontare un po’ i suoi trascorsi con le moto, da cosa è nata la sua passione, perché ha scelto proprio la “Anniversario”. È sempre un momento importante per me farmi raccontare la passione negli altri motociclisti.

Ma diamo un’occhiata per bene a questa Panigale. Io ho conosciuto la prima Panigale della mia vita ad aprile del 2015 quando ero in crisi di astinenza da moto e sono andata in Ducati Vicenza per provarla. Il test ride, a suo tempo, era possibile solo con la 899 Panigale. Le sorelle maggiori, 1199 e 1299, erano in esposizione con tutti gli onori ma non erano dedicate alle prove. Ricordo che, in attesa di poter uscire, le guardavo estasiata. Il modello Anniversario ha una grafica dedicata a cui l’ex proprietario ha fatto realizzare un’ulteriore grafica aggiuntiva che richiama il tricolore italiano. Se notate dalle foto, infatti, vi renderete conto che il modello originale non presenta il colore verde. La Anniversario è stata sottoposta anche alle cure di Ducati Corse e presenta il kit racing di serie. Il motore è il bicilindrico a V di 90 gradi superquadro da 1.283 cc e 205 cv. Sette o otto anni fa numeri come questi erano il punto di arrivo più alto in circolazione ma, in relativamente poco tempo, sono stati superati. Questo ci mostra, ancora una volta, come si siano velocizzati i tempi di sviluppo e applicazione delle nuove tecnologie.

Bene, visto che, ogni tanto, salta fuori in schede tecniche, test, articoli, questo aggettivo “superquadro”, all’apparenza molto racing e altisonante, mi permetto di spiegarvi, ragazze, cosa significa. Senza usare termini troppo tecnici, vediamo di capirci: due delle caratteristiche principali di un motore endotermico sono l’alesaggio e la corsa. L’alesaggio è il diametro del cilindro, in pratica quanto grande è il cilindro, mentre la corsa è la distanza tra il punto morto superiore e il punto morto inferiore all’interno del cilindro stesso, in pratica quanta strada percorre tra i due punti limite. Ci sono motori quadri, sottoquadri e superquadri. Nel superquadro il diametro del cilindro è maggiore della corsa. Abbastanza chiaro? Bene. Ora, se vi capita di leggere questa scritta sui carter di qualche moto, o di sentirne parlare, avrete l’idea di che cosa si tratta. Anche qui, cerchiamo, un passo alla volta, di cancellare il luogo comune sul fatto che le donne non sanno niente di motori!

Quindi, com’è davvero questa Signora?

Come ho detto fin da subito, questa è una moto a cui dare del Voi. A primo impatto mi accorgo subito che la sella è più alta di altri modelli. Tutto è predisposto nello stile più racing possibile. Il proprietario mi imposta la mappa adatta al bagnato, visto che le strade non sono ancora asciutte, e io sono più che d’accordo.
Come sapete, io non sono un tester di professione e non mi passa proprio per la testa di andare a far la pilota in strada con la moto di un’altra persona che non ho mai usato prima.

Una volta sistemato tutto, facciamo cambio di moto e partiamo per il giro. Subito si fa notare in tutta la sua sportività. Preferisco fare un tragitto più semplice fino ad arrivare di fronte alla villa in cui penso di poter fare qualche bella foto. La Panigale ha, anche lei, il quick shift ma occorre conoscerlo un po’ prima di maneggiarlo con più scioltezza; soprattutto in scalata, è necessario essere delicatamente decisi, senza strafare. Anche se non percorriamo tornanti in montagna, scelgo anche stavolta di usare il cambio il più possibile per cercare di trovarne pregi e difetti. Da buon bicilindrico Ducati, il freno motore è molto, molto forte e le sospensioni, per le prova che ho fatto io, le ho sentite morbide al posteriore e più massicce all’anteriore dove, a differenza delle prime nominate, ti fanno sentire di più dossi, asfalto sconnesso e buche.

Una caratteristica della 1299 è che è molto hot. Non solo in senso figurato ma anche in senso letterale: scotta! Sono abituata alle temperature importanti che sprigionano le mie di Ducati ma lei scotta sul serio. La dimensione e la posizione del motore sono tali da avere una delle due teste a contatto con le gambe. È necessario modificare la posizione di guida onde evitare di toccare con le gambe la parte bollente e, subito dopo, con il telaio che, ovviamente, si scalda di conseguenza. Quando ci fermiamo in un paese non lontano dal mio per fare qualche foto di fronte a una villa del Muttoni, molto conosciuta in zona, ci accorgiamo entrambi di essere stati molto concentrati nel conoscere le moto. Nonostante non sia “vecchia” come altre Ducati che posso, più o meno, conoscere, anche lei si pone come un mezzo a cui rivolgersi con il massimo rispetto e una grande dose di passione e pazienza da parte di chi la guida. L’anima ce l’ha, eccome. Se posso usare un’immagine per descriverla mi viene in mente una qualche nobile donna medievale, molto colta e studiosa, che si traveste da cavaliere per tirare fuori la propria anima guerriera. 

Un ulteriore insegnamento

Cosa mi ha lasciato questa prova? Cosa mi ha insegnato? Innanzitutto di profittare di ogni occasione che si presenta cammino. Sì, ho usato la parola “profittare” prendendola in prestito dal francese profiter. Questo verbo non si traduce con l’italiano “approfittare” ma con “trarre profitto”. La differenza è molto labile, ma c’è ragazze. Trarre profitto da un nuovo giro, da una prova, da un “ci provo”. Mi rendo conto sempre di più che non è importante quanti chilometri fai in moto, ma come li fai. Come ti poni mentalmente. Penso sia importante non avere pregiudizi su un nuovo modello né tirarsi mai indietro nel voler imparare. C’è sempre da imparare, biker, sempre.

Abbiamo ancora lavoro da fare, ragazze, c’è da rimboccarsi le maniche perché abbiamo fatto dei passi avanti ma non abbiamo mete. D’altro canto, per noi, è importante il viaggio, sempre in moto!

Sabrina Godalli

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