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Yulina Ros: pura grinta dalla Malesia

12/09/2023
Lisa Di Blas
Pubblicato in: ,

Yulina Ros è una pilota di velocità della MSF Superbike Championship, campionato amatoriale in Malesia. E’ una ragazza determinata che lavora come content creator e che ha come obiettivo quello di vedere sempre più donne in sella. Ecco la nostra intervista in esclusiva.

Sul tuo profilo Instagram ti definisci “giapponese-malese-argentina”, raccontaci qualcosa di più su questo e su di te!

In realtà sono giapponese, ma sono stata cresciuta dai miei genitori in Malesia. La mia nazionalità è malese da quando sono nata. L’anno scorso ho vissuto in Argentina per tre mesi e ho imparato non solo la lingua, ma anche la cultura e i gesti. Lì ho imparato a parlare spagnolo e mi sono sentita ben accolta, perché mi dicevano sempre “Yuli, sei una di noi!” E questo mi ha reso molto felice e mi sento una di loro!

Quando ti sei innamorata delle moto e come hai iniziato?

Ho iniziato guidando moto di piccola cilindrata. Il mio ex compagno mi ha insegnato a guidare una moto “underbone”, come la chiamano in Asia: sono moto CUB (ndr Cheap Urban Bike) ma con la frizione. Poi ho preso la patente di guida. Non so come si faccia in altre parti del mondo, ma qui si può fare a 17 anni e basta fare l’esame di moto e l’esame di teoria una volta (se lo passi) per ottenere la patente. Non abbiamo processi lunghi. In seguito ho comprato una Kawasaki Ninja 250 e, onestamente, già con quella pensavo di essere una buona pilota perché potevo guidare una moto grande (all’epoca mi sembrava grande ????)!

Qualche mese dopo, alcuni amici maschi mi invitarono ad andare in pista con loro. Andai con la mia 250, senza sapere nulla di guida su pista all’epoca, ma vedendoli girare in pista e toccare il ginocchio pensai: “Wow, quanto è impegnativo e aggressivo questo sport!” e al contempo era così elegante, non so come spiegare la sensazione. Sembrava di assistere a uno spettacolo di danza classica. Mi impressionarono per le loro abilità e per il modo in cui affrontavano le curve, come se non avessero paura di nulla. Mi innamorai all’istante dell’esperienza su pista e volevo correre come loro. Da lì è nata la mia passione per le corse. Mi iscrissi a diverse scuole di corsa e nel 2018, quando mi sentii pronta, feci la mia prima gara.

E poi, prima di iniziare a correre ero una promoter nel mondo delle moto, quindi posso dire di essere sempre stata al centro dell’azione in qualche modo! 

Puoi parlarci della tua carriera di pilota amatoriale? Qual è la tua squadra attuale, con quale moto corri e quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Attualmente corro per una squadra diversa da quella dell’anno scorso. L’anno scorso parlai con il mio meccanico che all’epoca correva con un’altra squadra e decidemmo di fare qualcosa insieme quest’anno con la sua BMW S1000RR. Siamo una squadra molto piccola, molto umile, perché siamo solo in tre persone. Ma lavoriamo sempre insieme e il nostro obiettivo è migliorare durante l’anno. La scorsa stagione ho corso con una Suzuki GSXR1000.

Il campionato amatoriale qui si chiama MSF Superbike Championship (Malaysia Speed Festival). In realtà ho sempre voluto correre nel campionato nazionale (Malaysian Superbikes Championship), ma come ben sapete, si tratta di uno sport molto costoso e a questo livello è abbastanza difficile per me in termini di sponsor e denaro.

Qual è il tuo circuito preferito e perché?

Non posso dire molto sugli altri circuiti, perché non sono stata in molte piste di altri paesi, ma devo dire che Sepang è sicuramente il mio preferito. Forse perché, essendo la pista di casa, sono abituata ad andarci! ???? Ci alleniamo spesso a Sepang perché è l’unica pista di F1 e MotoGP che abbiamo al momento. Inoltre, i campionati locali sono sempre organizzati su questa pista, come ogni anno. Un altro circuito che adoro è Motegi (Giappone), dove ho fatto un trackday con degli amici e mi è piaciuta molto l’esperienza. Se ne avessi la possibilità, mi piacerebbe provare a correre su vecchi circuiti come il Mugello, ad esempio. Ho sentito dire che è piuttosto tecnico e credo che potrei davvero migliorare su quel tipo di pista.

Cosa provi quando vai in moto?

Ciò che amo più di ogni altra cosa al mondo quando corro è la sensazione di essere sulla griglia di partenza, prima di iniziare la gara. Sono sempre nervosa, in attesa di partire, ma mi dico sempre “Foooorza chiquita, andiamo. È arrivato il tuo momento! Vai e spacca!”.

Mi rende sempre felice sapere che sto migliorando, perché ogni gara significa che ho l’opportunità di imparare di più. Sulla moto, sui punti critici della pista e su ciò che posso fare e che prima non sapevo di poter fare. E poi anche le battaglie in pista sono importanti! Sono le migliori perché sai che stai gareggiando con qualcuno che ha le stesse capacità o magari puoi imparare da lui/lei lui in certe curve. Mi sento… molto aggressiva e molto competitiva. Voglio dire, tutti vogliamo vincere o salire sul podio, no? Ma sì, lottare contro tutti è qualcosa che mi piacerà sempre fare…

Per te la corsa è più un’esperienza fisica, spirituale o emotiva?

Penso che sia qualcosa che include tutto. Devi essere in forma sotto tutti gli aspetti, altrimenti non puoi finire bene le gare. Se ti manca qualcosa dal punto di vista mentale, ad esempio, o se non ti senti bene quel fine settimana, questo influenzerà anche il modo in cui correrai. Come esseri umani, credo che ognuno gestisca la pressione o i problemi in modo diverso – alcuni meglio di altri – ma sicuramente dobbiamo considerare ogni aspetto quando si corre. In ogni caso, tutto influisce sulla performance e quindi dobbiamo imparare ad affrontare tutto con il tempo.

Gli sport motociclistici sono piuttosto costosi, come finanzi la tua passione?

Da giugno dell’anno scorso all’inizio di quest’anno ho lavorato in un casinò come croupier ed ero ben pagata. Lavoravo molte ore, ma volevo farlo per poter continuare a pagare la squadra. Ma quest’anno ho deciso di prendermi una pausa e ho voluto provare a fare la video e la content creator. È un po’ più difficile non avere uno stipendio fisso ogni mese, ma ho tempo libero per fare altre cose. Sto parlando con alcuni sponsor anche per questa stagione e spero che mi sostengano. Vorrei continuare a correre almeno per i prossimi cinque anni.

Sei una content creator conosciuta, ti seguono molte donne? Cosa ti chiedono, e cosa ti dicono gli uomini?

Grazie, non sono proprio famosissima, non mi vedo così e probabilmente ci sono persone al di fuori del mondo delle moto che non mi conoscono. Attraverso i miei contenuti voglio sostenere altre donne motocicliste. L’obiettivo per me è quello di vedere sempre più donne in sella, e naturalmente mi piace vedere come si corre in altre parti del mondo. Dal punto di vista delle pilote, si parla molto degli svantaggi e delle difficoltà dell’essere donna. Ogni tanto mi confronto anche con le pilote argentine, e spesso con pilote di altre parti del mondo, come ad esempio il Regno Unito, siamo in contatto e guardiamo le nostre storie su Insta e ci mandiamo volentieri dei messaggini. E anche i motociclisti e le motocicliste neofite mi chiedono sempre come iniziare ad andare in moto o a competere e vogliono consigli su come superare la paura di una caduta, come continuare ad andare in moto dopo un infortunio. Ho esperienza in questo… ho molte cicatrici, mi sono già rotta un braccio e una clavicola, ma tutto questo non mi ha mai fermato.

La moto in generale è ancora un “man’s world”, ma a poco a poco le donne si stanno avvicinando alle due ruote, sia a livello amatoriale che professionale. Che cosa pensi che si possa fare per cambiare questa situazione e quali azioni concrete si possono intraprendere per aiutare le donne a essere più incoraggiate a salire su una moto?

So che la pista e tutto l’ambiente intorno alle corse possono intimidire, soprattutto noi donne. Quando parli con le pilote, molte dicono che non vogliono cadere e che hanno paura di alcuni uomini e del loro modo di guidare in pista. E purtroppo è come dici, il mondo delle moto è generalmente dominato dagli uomini. È una cosa che non si può cambiare nel giro di poco tempo. Inoltre, in Malesia ammetto che l’accettazione o l’idea che una donna possa fare qualcosa da sola è piuttosto nuova nella nostra società. Gli sport motoristici e le corse sono quasi una novità per noi qui, rispetto all’Italia e alla Spagna. Credo che il Giappone sia quasi allo stesso livello della Spagna e dell’Italia, ma qui abbiamo ancora molto da imparare e c’è molta strada da fare.

Oggi ci sono più donne che vogliono provare o vorrebbero avere l’hobby della moto per quando non lavorano o non stanno con la famiglia. È una cosa positiva e vedo che attualmente il numero delle donne che vanno in moto è molto superiore rispetto agli anni passati. Inoltre, sempre più aziende di abbigliamento e marchi di moto stanno iniziando a capire che esiste un mercato per le motocicliste. È un aspetto importante, da quando ho iniziato desidero avere più opzioni quando acquisto qualcosa per la mia moto. Anche le lezioni o i corsi di guida sono ora disponibili in abbondanza. È necessario incoraggiare un maggior numero di donne a partecipare e un buon modo per farlo è sicuramente quello di avere una donna che insegna, e anche vedere altre donne che partecipano alla lezione. Quando vediamo un’altra donna in classe, ci sentiamo sempre meglio e più a nostro agio.

Tutte le risorse di cui disponiamo oggi con l’avvento dei social media ci aiutano moltissimo! È sempre bello sentire o conoscere le storie di altre donne e sicuramente è incoraggiante e ci sprona a iniziare o a migliorare. Perché ci ispira sempre vedere che c’è qualcuno che lo fa e ci riesce!

Pensi che a livello sportivo le categorie dovrebbero essere miste o separate tra uomini e donne? E perché?

In Malesia, come ho spiegato, non esiste l’idea di una gara con soli uomini o sole donne. Da parte mia e in generale nel campionato asiatico, non vedremo presto gare di superbike femminili. Non importa se sei una donna, corri con gli altri piloti maschi. So che in Spagna e in Italia hanno iniziato a organizzare campionati femminili di superbike. Seguo alcune pilote su Insta. Sicuramente è un fenomeno molto positivo. Comunque bisogna lottare ogni weekend e anche se si vince si deve migliorare. E alla fine si deve competere anche con gli altri piloti maschi.

Quindi penso che sia una buona cosa avere il campionato del mondo femminile. Ma solo come punto di partenza. Poi, in un secondo momento, le pilote devono gareggiare con gli uomini e lì si può capire non solo che le donne sono in grado di farlo, ma anche che cosa ci manca per migliorare. E dal mio punto di vista, da asiatica, non ho mai pensato di essere speciale o diversa solo perché corro in moto. In pista siamo tutti uguali. E’ anche vero che, quando una motociclista donna vince o sale sul podio di un campionato generale, trasmette un piccolo messaggio importante e ha un impatto maggiore. Questo è la mia opinione.

Infine, che consiglio hai per tutte le donne che vogliono iniziare ad andare in moto o a fare il pilota amatoriale?

Prima di tutto, non ascoltate le vostre amiche!???? ????  Fate ciò che volete, perché alla fine ciò che conta di più è la vostra felicità. Non scoraggiatevi quando non riuscite a fare bene la prima volta, non perdete la motivazione così rapidamente! È normale commettere errori a qualsiasi livello, ma non abbiate paura o vergogna di imparare di più e di fare domande. Per quanto riguarda le gare, spero che siate disposte a investire molto tempo, denaro e a sacrificare tutto il tempo che avete ora con gli amici. Le corse comportano molta pressione e bisogna accettare le cose belle e brutte come parte della crescita. Infine, continuate a sognare! Prima facevo l’ombrellina e ora ho i miei ragazzi “ombrellini”! ????

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