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Yamaha MT 09 2.0: la prima volta con una Jap

09/08/2023
Sabrina Godalli
Pubblicato in: ,

Ho deciso all’improvviso!

Il titolo di questo paragrafetto potrebbe essere adatto come titolo di un film, no? Ma, sapete, non sempre le prove che ho la possibilità di fare sono organizzate e meditate per mesi. Succede anche il contrario. Succede che ti si presenta l’occasione e sta soltanto a te decidere se sfruttarla o meno. Se avete imparato a intuire come la penso sulle moto, e sulla vita in generale, non avrete dubbi sulla risposta. Certo che si prova! In questo caso la signorina è una Yamaha MT 09 e lo scambio era premeditato da un po’, almeno da parte del mio co-tester, chiamiamolo così. Leonardo, da appassionato motociclista d’annata, che, nel corso delle decadi ha posseduto, e guidato, tanti tipi diversi di moto, sportive e non, voleva mettermi alla prova con dei modelli che, almeno sulla carta, esulano un po’ rispetto al mio focus abituale. E quindi mi avvisa chiaro e tondo: “Ragazza, ho la moto disponibile il fine settimana. Venerdì sera sono in giro, quindi…ehm no, sabato me la godo su per le montagne tutta la giornata, quindi…ehm no, rimane domenica mattina”. Perfetto, si fa. Ci si trova presto, però, eh, collega, che poi devo stirare un sacco di biancheria, fare i lavori a casa, lavatrice e aspirapolvere, sai com’è! Sì, sì, anche lui capisce e quindi siamo d’accordo, si va. Lui, Leonardo è uno dei miei colleghi di lavoro e ci si scambia spesso idee, opinioni, pareri sulle due ruote. In realtà parliamo anche di quattro ruote, per passare poi alle otto o alle sedici: sì, io sto imparando a guidare il camion e, se ti metti a contarle, effettivamente su un mezzo pesante ruote ce ne sono parecchie. Però, visto che al momento non ho competenza ed esperienza necessarie per parlare appunto dei mezzi pesanti, meglio stare sulle moto. In futuro, non si sa mai…

Aspettando il co-tester

Domenica mattina mi ritrovo ad aspettarlo al bar. Cosa strana perché, con più di 25 anni di lavoro da camionista alle spalle, se Leonardo conferma un orario, si può star certi che arriva sempre, sempre, sempre 5 minuti prima, mai un minuto dopo. Ehm, ecco, questa è una caratteristica dei camionisti che io devo, come dire, ancora acquisire, diciamo.

Quando arriva mostra un po’ stanchezza. E ci credo: mi racconta che ha percorso centinaia di chilometri il giorno prima per godersi il più possibile la moto. “Eh, mannaggia” mi dice, “non ho più vent’anni!”.

Ma allora, com’è questa Yamaha MT 09? E’ una delle varie proposte della gamma MT, gamma che Yamaha a messo sul mercato per portare un po’ di novità, anche dal punto di vista commerciale, a un segmento che si stava un po’ appassendo. Questa versione è un po’ diversa dalla vecchia MT 09 e ci sono praticamente quasi tutti i componenti rinnovati. Anche in questo caso, come tutti i marchi fanno attualmente, si cerca di alleggerire tutto il veicolo. Questa moto ha un motore 3 cilindri in linea con una cilindrata di poco meno di 900 cm cubici. È la sorella maggiore delle MT 03 o 07 che per la casa giapponese hanno portato un incremento delle vendite. Cambio 6 marce, ovviamente con il sistema quick shift; ora, a differenza del modello precedente, funzionante sia in up che in down. Che cosa significa? Che potete cambiare sempre le marce, in salita e in scalata, senza usare la leva della frizione. La potenza è di 119 cv e con un peso in ordine di marcia che si avvicina ai 190 kg. Cosa significa la dicitura “peso in ordine di marcia”? Significa l’indicazione che la casa madre produttrice di un veicolo, non soltanto due ruote, dà a un veicolo in questione con tutti i liquidi dentro ai rispettivi serbatoi e con una quantità di riferimento di benzina dentro al serbatoio.

Mi permetto di fare qualche piccola nota quando scrivo perché, a suo tempo, quando ho iniziato a imparare qualcosa sui motori, prima, e sulle moto, poi, cercavo sempre tutte le informazioni su internet e non avevo sempre una persona disponibile a cui chiedere, anzi. Visto che i miei scritti, così io li chiamo, vengono letti da tante ragazze che si approcciano a questo mondo per la prima volta, magari posso dar loro qualche indicazione in più.

Essenziale e aggressiva

Guardiamo quindi la MT: a prima vista l’aggettivo essenziale è quello che ti viene subito in mente: è talmente tanto essenziale che sembra quasi (quasi) un pochino scarna. Mi piace molto l’abbinata tra il colore pastello della moto e i dettagli fluo, che mi riportano in mente tanti allestimenti visti nelle auto da drift e lo stile tipico del tuning giapponese. L’anteriore è davvero stringato, forse più ancora rispetto alla MV Agusta che ho provato. Mi ha lasciata un po’ perplessa la sua parte frontale senza cupolino e con i fari molto essenziali. Minimalista. Una volta seduta in sella, viceversa, ci si accorge subito che il serbatoio è davvero molto grande, soprattutto se paragonato ad altre concorrenti del segmento naked, e che è abbastanza alta per la mia corporatura.
Misuro 1,68 m e i piedi appoggiano a terra meno rispetto ad altri modelli. Prima di accendere e muovermi, come sempre cerco la posizione delle pedane e di frizione e freno. Le trovo ma non sono troppo intuitive: non è la prima volta che succede e penso che questo sia causato dal fatto che indosso sempre gli stivali per provare le moto. Ho fatto alcune prove in passato con le scarpe da ginnastica, messe per comodità e velocità, ma non mi sono trovata bene per niente (ah, aggiungo, non tante settimane fa ho fatto pochi chilometri in moto con le scarpe, senza stivali, per il gran caldo…non mi sentivo assolutamente a mio agio e avevo l’impressione di essere scalza, quindi ragazze protezioni, mi raccomando). I miei stivali, un modello che segue più lo stile del turismo che il trend sportivo, sono abbastanza importanti come dimensioni e non sempre mi agevolano nei modelli attuali di moto dove tutto è di dimensioni ridotte.

Di dimensioni non tanto ridotte è invece la parte centrale dello scarico, la zona dove, di solito, si trova la “pancia” (zona catalizzatori): trattandosi di un modello naked, quindi senza alcun tipo di carena a coprire le strutture, e trattandosi di una moto con un motore di una cilindrata abbastanza medio alta, è impossibile non notarla.

Dopo aver fatto i primi movimenti, partiamo. Facciamo cambio di moto anche stavolta e il mio co-tester si trova un po’ a sorridere nel dover guidare una moto, il 999, che non è proprio attuale ma, dopo un po’ durante il percorso, la saggezza maturata negli anni gli rende la vita più facile. Anzi, ride sotto il casco, cercando di dirmi, con un po’ di difficoltà visto il casino del bicilindrico e lo sferragliamento della frizione a secco, che gli sembra di essere tornato ragazzo! Pochi metri dopo essere partita faccio già le mie prime figuracce perché all’inizio non trovo la folle per fare manovra, e poi sbaglio a mettere le marce. Menomale che non mi vede nessuno…e che i display delle moto odierne indicano sempre che marcia stai usando (grazie!). E’ un mondo un po’ diverso quello del tre cilindri e mi serve un po’ per cercare di capirmi. Ho fatto tre prove con il marchio Triumph tempo fa, l’iniziazione del 3 cilindri, ma o mi ero dimenticata l’effetto di quel tipo di motore, o sono troppo concentrata sul bicilindrico. Nonostante sia bella allegra anche ai bassi, è solo dopo la classica soglia che senti la coppia. Comunque la 09 è intuitiva e abbastanza facile come moto, nel senso che si lascia guidare senza problemi e che interviene con tutta l’elettronica di cui dispone quando il pilota tenta di fare, o fa come me, qualcosa che non va. E l’elettronica c’è tutta. Io, che me ne intendo ancora troppo poco a riguardo, mi sono affidata alle impostazioni che aveva già sistemato Leonardo.

Anche qui abbiamo tanti “mode” per gestire la potenza, traction control, anti impennata, eccetera, eccetera. Ecco, io ho provato vari modelli ma, quando guido mi trovo molto spesso a sbagliare a interpretare le marce basse, quindi prima e seconda, delle altre moto. Abituata con le mie a dover andare spesso di prima, sfrizionare di continuo, e giocare sempre a pelare appena appena il gas, tendo a usare lo stesso metodo anche con altre tipologie di bicilindrico, dove non serve, e anche con i tre o quattro cilindri, dove oltre a non servire proprio, è controproducente e fai di quelle partenze talmente su di giri, ma senza quasi muoverti, che manca poco che la moto ti chieda, tramite il suo grande schermo, cosa caspita tu stia facendo. Leggerissima nei movimenti, molto efficace nella frenata, inizi a conoscerla di più dopo qualche chilometro. Non si sentono vibrazioni particolari, né surriscaldamenti vari e tutto questo aiuta molto nella guida, sarebbe sbagliato dire il contrario. Da una parte, guido in maniera istintiva senza pensare al perché o al percome, solo godendomi il giretto, dall’altra cerco di imparare qualcosa in più su questo tipo di motore a me nuovo. Facciamo qualche tornante in collina dove Leonardo guida meglio la Ducati rispetto a quello che riesco a combinare io con la Yamaha (…ma basta sfrizionare, Sabrina, dai!). 

ph. Sabrina Godalli

Da provare!

Ci fermiamo per fare un po’ di foto carine. Avevo messo la maglietta di Miss Biker in tasca del giubbotto traforato per cambiarla solo al momento opportuno perché fa veramente caldo. Con il mio collega restiamo un po’ a scambiarci le varie impressioni cercando anche l’ombra perché il desmo di qualche anno fa è sempre un po’ bastardo le prime volte che lo si incontra e tende a metterti un attimo al tappeto. Quindi, raga, la Yamaha MT 09 può essere una prima moto? Magari non questo modello, per cui credo sia necessaria un pochina di esperienza pregressa, ma la gettonatissima 07 sì! Poi, perché no, può essere il trampolino giusto anche per una ragazza per fare il salto su una cilindrata più alta. Le prestazioni ci sono e tutte le dotazioni più aggiornate anche, come abbiamo visto. Non posso consigliarla anche a chi magari ha qualche centimetro di altezza in meno rispetto a me onde trovarsi a non poggiare bene il piede a terra ma, come spesso ricordiamo nel nostro gruppo, ci sono i vari metodi per gestire l’altezza (sospensioni, sella, calzature). E in questa giapponese ho trovato l’anima? All’inizio pensavo proprio di no, sono sincera. Me la sentivo un po’ fredda addosso, passatemi il termine, molto pulita, precisa, schematica e tecnologica, ma poi torna sempre la mia convinzione, molto a sentimento e poco oggettiva, lo sapete. La moto è un’entità, non un oggetto. Io, anche facendo qualche errore, mi sono molto divertita! Terminata la prova Leonardo mi chiede quando potrà guidare di nuovo la mia 999, poi gli indico alcune strade dei Colli Berici dove può mettere ancora alla prova la MT 09 e io…corro a casa a stirare!

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