Dopo il breve tragitto (rigorosamente in moto) arriviamo all’ingresso della pista probabilmente più famosa del mondo. C’è un’aura quasi mistica che circonda questo posto nascosto tra le colline attorno al borgo antico di Scarperia. Una presenza tangibile della gloria eroica delle corse del passato e il lustro stellare dei piloti del presente.
Forse per capire questa sensazione bisogna ascoltare la storia di queste colline, le strade tortuose ed i passi dell’appenino Tosco-Emiliano, ancora oggi impregnati dalla passione per i motori e per le corse. Per immergersi in questa storia bisogna tornare nel lontano 1914, più di un secolo fa, l’anno nel quale il tracciato stradale del Mugello si era animato per la prima volta per ospitare le gare. 66 km tra le colline ed i passi del appennino Tosco-Emiliano. Da Scarperia a Firenzuola attraverso il Passo del Giogo, su per la strada che collega Firenzuola con il Passo della Futa e giù per passare da Santa Lucia e ritornare a Scarperia. Ideato perché il percorso della Consuma era troppo facile, il circuito stradale del Mugello ha visto sfidarsi nomi che oggi pronunciamo senza magari sapere delle loro imprese tra queste colline.
Il primo periodo d’oro si era vissuto negli anni ’20 quando Enzo Ferrari, Alfieri Maserati, Giuseppe Campari, Tarabusi e Morandi sfidarono se stessi ed il circuito, che ha visto crescere anche alcuni piloti come Emilio Materassi che facendo l’autista dell’autobus conosceva bene quelle strade (e, dice la leggenda, terrorizzava i passeggeri sfrecciando tra le curve), Clemente Biondetti, Tazio Nuvolari, Luigi Fagioli e molti altri. Negli anni ’60 il circuito stradale ha visto una rinascita, e verso la fine del decennio la gara di regolarità si era trasformata nel Gran Premio del Mugello, con la partecipazione delle maggiori case automobilistiche ed un pubblico di più di 150.000 persone che, lungo le strade cittadine, tifava per i piloti.
Nel ’70, però, dopo un’incidente dov’era morto un bambino ed erano rimasti feriti alcuni spettatori, si è deciso di fermare le corse sulle strade statali per ragioni di sicurezza. Non potendo costruire una recinzione lungo i 66 km del tracciato, nel ’71 non si è più svolto il Gran Premio di Mugello. Per iniziativa del Automobile Club Firenze, nel 1972 è partita la costruzione della pista del Mugello, inaugurata nel 1974. Nel 1988, l’impianto è stato acquisito dalla Ferrari, che procedette ad una massiccia ristrutturazione ed aggiornamento degli impianti, mantenendo però la forma originale del tracciato.
Un circuito con una lunga storia alle spalle, e che è dunque l’eredità di quelle corse su strada.
Più bello, più grande, più sicuro ma anche più veloce. Nella gara del 2016 Andrea Iannone ha stabilito qui un nuovo record di velocità, 354.9 km/h per la precisione, raggiunti sul rettilineo in salita lungo più di un chilometro. Ed è su questo rettilineo che inizia la mia prova della Aprilia RSV4rf. Anzi, inizia dal box con il consueto briefing prima del turno.
Ok, ormai ci siamo. L’appuntamento che stavo aspettando da più di un mese è finalmente arrivato e il meteo ci regala una giornata splendida di sole. Il briefing si conclude con una spiegazione sulle impostazioni e le modalità dell’elettronica sulla RSV4rf. Siamo sulla mappa Race ed il controllo di trazione è sul livello intermedio mentre l’ABS e i Wheelie control sono sui livelli meno invadenti. Il giusto per non “cappottarsi” in uscita di curva dando una manata di gas poco calcolata, penso io.
Questa volta mi aspetta la RSV4rf, la terza a destra. È lei. Metto il casco, i guanti, mi preparo e salgo in sella. Afferro i semimanubri e giro la chiave dell’accensione-adesso si fa sul serio. Tiro su la moto e trovo il suolo con la punta dello stivale destro, allungo quello sinistro per chiudere il cavalletto… Ma non succede niente. Provo e riprovo, mannaggia! “Aiuto” faccio il cenno con la mano e subito accorre il nostro istruttore. “Lollo, mi chiudi il cavalletto?!” Un piccolo calcio al cavalletto col piede e due occhi sorridenti dentro il casco, Lollo si allontana. Possiamo partire!
Partiamo dai box e si apre il paesaggio verso la prima curva, la San Donato. I primo giro l’ho passato prendendo le misure con la moto. Il mostro V4, capace di sviluppare 201 cv e 115 NM di coppia era piantato sulla traiettoria come su un binario, grazie ad un telaio eccellente e forcella, monoammortizzatore e ammortizzatore di sterzo rigorosamente Öhlins.
Con le gomme scaldate, all’uscita della Bucine, mi preparo ad attaccare il lunghissimo rettilineo. Tiro la manopola dell’acceleratore finché non gira più e butto dentro tutte le marce senza mai rilasciare il gas – grazie quick shift! Il ruggito del motore si confonde con l’urlo del vento mentre la mia visione si ristringe e la concentrazione si sposta su un solo pensiero: non arrivare lunga per la San Donato.
1411 metri che volano via in pochi secondi ed è già tempo di staccare – la moto ondeggia mentre esco dalla carena e mi attacco ai freni, seconda dentro, la San Donato c’è, ed esco verso la prima variante: Luco – Poggio Secco. Sinistra-destra ed è ora di mettersi in traiettoria per la seconda variante: Materassi-Borgo San Lorenzo. Un altro sinistra-destra che apre verso la piccola vallata e mi porta verso la discesa della Casanova-Savelli.
Taglio a destra ed esco fino al cordolo per l’ingresso all’arrabbiata 1: niente freno qui, lascio il gas per riprenderlo subito verso la salita e l’ingresso cieco dell’arrabbiata 2. La riga sul asfalto è il mio riferimento: freno (sempre troppo!) ed entro nella variante Scarperia-Palagio: un destra e sinistra che apre su un piccolo rettilineo. Tengo la terza e la RSV4rf non si lamenta.
Una lunga curva a destra, il Correntaio: cerco di uscire stretta a destra e taglio subito a sinistra per la prima delle Biondetti. Metto la quarta prima della veloce Biondetti 2 ed esco accelerando di nuovo verso la Bucine. Ripetiamo il ballo delle 15 curve del Mugello, io e l’Aprilia RSV4rf. Ad ogni staccata inizia a piacermi di più. Ad ogni variante imparo il suo equilibrio ed i cambi di direzione iniziano a “succedere” da soli.
La RSV4 non si scompone mai e mantiene questa sensazione di solidità e compattezza anche quando viene sollecitata nei cambi di direzione. Gli ottimi sistemi di controllo elettronico, qui come sulla Tuono, intervengono in maniera liscia e non invasiva, il giusto aiuto quando serve senza togliere sensibilità al pilota.
La RSV4rf non è una moto piccola, ha quell’impostazione un po’ “large”, caratteristica delle superbike. Il serbatoio grande (18.5L) e soprelevato, la sella è larga ed abbastanza alta, il V4 è afferrato dal massiccio telaio a doppia trave in alluminio, che prevede la regolazione dell’angolo del canotto, l’altezza del motore (!) e del perno del forcellone posteriore. Tutte le regolazioni immaginabili, insomma, per adattarsi al meglio allo stile di guida e per i diversi circuiti. Si vede, e si sente, che la RSV4rf non scherza e che la scritta Aprilia Racing sul serbatoio non è per niente un’affermazione gratuita. Metto le gomme sul rettilineo per l’ultima volta, ormai stanno sventolando le bandiere. Mi sdraio sul serbatoio della RSV4, i miei occhi fissano la distanza attraverso il cupolino. 10.5 mila giri, 115NM di coppia. 13 mila e arrivo ai 201 cavalli che mi fiondano verso la San Donato, accelerando con una facilità disarmante.
La ruota anteriore si alleggerisce sempre di più, la sospensione è completamente estesa e la forza del vento cerca di destabilizzare l’Aprilia che, più si avvicina ai 300km/h più si sente a casa, praticando le velocità per le quali è stata progettata.
Rientrando nel pit lane mi fermo e cerco di raggiungere il suolo con lo stivale destro. Faccio il cenno con la mano, “qualcuno mi aiuti ad aprire il cavalletto” un piccolo calcio e lascio cadere la moto a sinistra, fiduciosa che il cavalletto sia aperto, tanto non lo posso vedere. Scendo dalla moto, e con due occhi sorridenti dento il casco mi allontano, lasciandomi alle spalle la RSV4rf ed il Mugello.
Grazie a: Special Bike Autodromo del Mugello
E a tutti gli amici che hanno contribuito a questa giornata.
Bella Litinetski – Motomaniaca – 2016
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