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Saltare le vacanze o partire da sola? La Sardegna in moto

12/10/2023
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Gli amici con cui dovevo partire per la Sardegna hanno dovuto cambiare le date della vacanza e io, non potendo per altri impegni, decido di partire alla data prefissata per non rinunciare alle ferie.

Il tempo trascorso a realizzare il Roadbook è “volato”. Giri in moto di più giorni ne avevo già organizzati ma studiare e preparare percorsi e tappe di questo viaggio è stato molto entusiasmante, probabilmente perché erano le mie prime vacanze da sola in moto.

Nei bagagli oltre alle solite magliette (alcune le riporto sempre inutilizzate), intimo, pantaloni (corti e lunghi) e costume (perché non si sa mai), metto anche l’antiacqua (ovviamente), attrezzi vari, bomboletta di lubrificante, kit antiforatura, ragno, fascette e compressore portatile. 

Giorno 1

Parto la domenica mattina da Ravenna e per arrivare a Livorno e senza autostrada passo dallo Chalet della Raticosa, dai Laghi di Brasimone e di Suviana e dal Passo dell’Abetone (tappa fissa per la merenda con le straordinarie torte).

Giorno 2

Nello sbarcare a Olbia la mattina prendo coscienza che sarei stata da sola con Bagh (la mia Tiger Sport 660) e lì un pochino di ansia è arrivata, ma una volta partita, le strade e i panorami che sfilavano davanti e intorno a me spazzano via ogni ombra.

La prima tappa è il Villaggio-Santuario Su Romanzesu a Bitti (NU), un complesso monumentale di edifici sacri, tempietti e capanne di varie dimensioni immerso in una sugheraia. Oltre al posto magico in cui si trova il sito, la guida (Carola) che mi accompagna nella visita di un’ora e mezza è bravissima nel raccontare e spiegare tutto quello che c’è intorno a noi.

Mi dirigo poi verso la Tomba dei Giganti S’Ena e Thomes: il monumento funerario nuragico più importante dell’isola. Vale la pena percorrere il sentiero di mezzo chilometro avvolto dalla macchia mediterranea anche sotto il sole di mezzogiorno (come ho fatto io) perché ci si trova di fronte ad una tomba a struttura dolmenica con una stele in granito di sette tonnellate al centro di un semicerchio di lastroni di pietra.

L’ultima visita del giorno è al complesso Nuragico di Noddule (su consiglio di Carola). All’arrivo rimango un pochino perplessa perché si vedono soltanto arbusti e sugheri. Quando mi inoltro nel sito per la visita rimango stupefatta perché in realtà possiede una grande varietà di monumenti (un grande nuraghe trilobato con torri, capanne circolari di 10 metri di diametro, circoli megalitici…), ma quello che più mi colpisce è il santuario del culto delle acque con la fonte sacra che ha una cupola (tholos) composta da blocchi policromi e presenta un incavo a forma di occhio. L’ulteriore particolarità è che alla fine di ogni inverno la fonte allaga completamente il santuario.

Mi ero documentata sulla cultura nuragica in previsione del viaggio, ma vedere di persona questi luoghi è veramente sorprendente.

Riprendo la strada, sempre la SS389 Bitti-Nuoro che è una meraviglia da fare in moto: tutte curve raccordate da pennellare in mezzo a sugheraie a perdita d’occhio.

Arrivo a Orgosolo, dove ho prenotato, nel tardo pomeriggio e qui il navigatore mi fa entrare in una strada chiusa talmente stretta da non poter girare la moto. Ho così avuto l’opportunità di conoscere la straordinaria ospitalità e disponibilità degli Orgolesi che, oltre ad aiutarmi con le manovre della moto, mi hanno offerto acqua, caffè e biscotti per ristorarmi.

Prima di cena faccio una passeggiata in centro al paese per osservare i famosi Murales: sono veramente stupendi e tantissimi!

Giorno 3

La tappa di oggi è l’area archeologica Su Nuraxi a Barumini dove si trova il più rappresentativo dei nuraghi complessi, cioè costituiti da più di una torre, che avevano una funzione strettamente militare. Nel corso dei secoli diviene un villaggio fortificato, un piccolo insediamento urbano abitato dalle famiglie dei soldati e da artigiani.

La visita al complesso (un’oretta circa) è molto interessante. Poter entrare e vedere le conoscenze architettoniche e gli accorgimenti che avevano all’epoca (si parla di 3000 anni fa) lascia senza fiato.

Mentre sto partendo dal parcheggio la moto si sbilancia e non riesco a tenerla. Risultato: ci siamo appoggiate a terra con qualche graffio per Bagh e qualche livido per me. Mi faccio aiutare da un altro turista a rialzare la moto e riparto alla volta di Fluminimaggiore (dove ho prenotato).

Giorno 4

La visita di oggi è l’unica che ho dovuto prenotare in anticipo perché il sito è aperto soltanto il mercoledì e nei fine settimana in questa stagione. Si tratta della Galleria Henry a Buggerru.

Un tunnel a 50 mt sul livello del mare di circa 1 Km scavato nella roccia dotato di binari per locomotiva a vapore e carrelli che venivano utilizzati per portare fuori il minerale dalla miniera alla laveria sulla spiaggia. Molto interessante la visita perché dà uno spaccato molto reale delle condizioni disumane in cui lavoravano e vivevano i minatori.

Dopo pranzo mi rimetto in strada: oggi devo arrivare a Budoni a dormire quindi i Km sono di più. Potrei “tagliare” per il centro dell’Isola e arrivare in fretta ma le strade belle sono nel sud e nell’est della Sardegna….perché rinunciarvi?!

Infatti, scendo verso Sud e poi risalgo da Perdasdefogu verso la SS125 per arrivare al passo della Ghenna ‘e Silana (tappa fissa) a fare merenda con ricotta di capra e miele (una squisitezza).

Dire che la strada che sale alla Ghenna è stupenda è riduttivo. Non solo per il fondo stradale perfetto e le curve da pennellare a destra e a sinistra ma per i panorami che cambiano ad una velocità incredibile.

La discesa verso Dorgali è altrettanto spettacolare sia come strada che come paesaggi.

Giorno 5 e 6

Vado ad incontrare gli amici sbarcati la mattina e per un giorno e mezzo “seguo” loro: come sempre strade meravigliose e paesaggi stupendi.

Daura G.
ph. Daura G.

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