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Lea Rieck: senso di libertà e il principio buddista di Mudita

04/03/2024
Lisa Di Blas
Pubblicato in: ,

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Lea Rieck, un’avventuriera tedesca e autrice di bestseller, acclamata per il suo viaggio in solitaria in moto attraverso cinque continenti, alla ricerca dell’essenza dell’esplorazione e la crescita personale attraverso il viaggio.

Ciao Lea! Perché hai iniziato a viaggiare in solitaria in giro per il mondo? Cosa ti ha spinto a scegliere questo stile di vita emozionante e il percorso avventuroso delle due ruote rispetto ai mezzi di viaggio più convenzionali? 

Il sogno di viaggiare in tutto il mondo via terra è nato sicuramente dalla curiosità. Ho sempre voluto sapere come cambiano i paesaggi, le culture e l’ambiente quando li vivi attraversando i paesi via terra anziché volando verso destinazioni lontane. Mi sono sempre chiesta cosa significhino davvero le frontiere e quali cambiamenti comportino. Ho preso la patente della moto soltanto un anno prima di partire per il mio viaggio intorno al mondo, quindi non ero affatto una motociclista esperta. Ma ho trovato molto interessante viaggiare in moto perché sei esposta all’ambiente, senti il caldo e il freddo, senti tutti gli odori e non sei rinchiusa in un’auto. Sei anche più facilmente avvicinabile dai locali su una moto e al contempo più esposta: una moto è un veicolo molto più comunicativo rispetto a un’auto. E devi ridurre il bagaglio perché non puoi portare così tante cose. Per tutte queste ragioni ho deciso di viaggiare in moto.

Quando hai dovuto scegliere la moto per i tuoi viaggi, quali sono stati i fattori chiave che hanno influenzato la tua decisione? Quale moto stai guidando ora?

Durante il mio viaggio intorno al mondo ho guidato una Triumph Tiger 800 XCA che chiamo Cleo. Ho sempre voluto avere una bicilindrica perché la moto con cui ho iniziato a guidare ne aveva solo uno e le mie mani si intorpidivano sempre dalle vibrazioni. E nel 2016 solo le moto Adventure più grandi avevano due cilindri. Guardando indietro, questa probabilmente non è stata la scelta migliore per me. La moto era troppo pesante per le mie capacità di guida. Ma in effetti ha fatto un lavoro fantastico su altri aspetti e quasi non ha avuto problemi, anche se non l’ho mantenuta molto bene. Ora guido una Tenere 700 per viaggi più lunghi e una BMW 1200GS per le strade europee, anche se sto considerando l’idea di una moto ancora più leggera.

Nei tuoi viaggi, quale è stato l’incontro più emozionante o illuminante che hai avuto con i locali?

In Nepal ho avuto un incidente molto divertente ed imbarazzante. Volevo solo fare un giretto fino a un  villaggio vicino a dove  mi trovavo e non avevo indosso la mia attrezzatura da moto: il vestito lungo che portavo si è infilato nella catena e nella ruota posteriore e si è strappato completamente. Così mi trovai in mezzo alla giungla praticamente nuda. Due ragazzi che stavano tagliando l’erba e gli alberi sul lato della strada con il loro machete mi aiutarono a tirare fuori il vestito dalla ruota e mi portarono da una donna che viveva in una piccola baracca senza elettricità. Lei ricucì il vestito e mentre lo faceva mi parlò un po’ in inglese, disse che aveva imparato da sola. Voleva sapere tutto sul mio viaggio e mi disse che aveva sempre sognato di viaggiare anche lei per il mondo. Quello è stato naturalmente uno dei momenti in cui ho compreso il privilegio di nascere in un paese come il mio e poter viaggiare. Ma la cosa più bella fu una sua frase: mi disse che nel Buddismo c’è il principio di Mudita, che significa essere felici per gli altri e trarre piacere dal benessere altrui. E potei sentire quanto fosse veramente felice per me, anche se potevo fare qualcosa che lei aveva sempre sognato di fare e non aveva potuto fare. È stato sicuramente uno degli incontri più emozionanti e al contempo commoventi per me.

Lea Rieck Thailand

Nei tuoi viaggi, quale luogo ha superato le tue aspettative? E come ha cambiato o arricchito la tua prospettiva su viaggi e culture?

È veramente impossibile nominarne solo una: credo che l’intera esperienza di viaggiare a lungo termine senza avere una casa e senza limiti di tempo sia la chiave di tutto. Una delle mie parti preferite del mondo sono gli “Stans”, come il Tagikistan, il Kirghizistan, il Pakistan e così via. Principalmente perché amo così tanto le montagne alte e lì ci sono molte montagne alte e difficili. Inoltre, c’è ancora un grande patrimonio nomade e trovo super interessante come vivono i nomadi in questi giorni ed è stata un’esperienza fantastica vivere con loro e conoscere le loro vite e i loro valori.

Gli aspetti più entusiasmanti e quelli più difficili della vita on the road?

Il più entusiasmante è sicuramente il senso di libertà. Non c’è un posto dove devi essere domani, se ti piace una destinazione puoi restare qualche giorno in più, non c’è nessuno che ti dice cosa fare o come trascorrere il tuo tempo. Gli aspetti più impegnativi sono in realtà alcuni dei compiti quotidiani. Per me tutte le sfide più grandi che comportano il viaggio, come i passaggi di frontiera complicati o i terreni difficili, fanno parte del divertimento del viaggio – ma preparare i bagagli ogni giorno e lavare i vestiti sono alcune tra le cose che non farei se potessi!

Durante i tuoi viaggi, quali sfide tecniche o problemi meccanici hai riscontrato con la tua moto, e come li hai gestiti mentre eri in viaggio?

Non sono la persona giusta per le domande sulla manutenzione! Non oliavo nemmeno regolarmente la mia catena, ma stranamente è sempre durata più a lungo rispetto a molte altre persone (c’è una teoria secondo cui oliare la catena mentre si guida sulla terra non va bene, perché la sporcizia aderisce e la fa consumare ancora di più). Ma c’è un insegnamento che ho portato con me: c’è sempre una soluzione, specialmente nei paesi che nemmeno hanno il marchio della tua moto. Ho bucato varie volte, frizioni bruciate e le solite cose. Tutto ciò che è meccanico può essere riparato, le persone sono super inventive. L’unica cosa che può portarti dei guai è l’elettronica – ecco perché preferirei sempre moto più semplici rispetto a una nuova BMW1300 GS. Ma secondo me ogni moto recente non dovrebbe avere problemi prima dei 50.000 chilometri (io non ne ho mai riscontrati prima) – quindi in pratica dovresti essere in grado di arrivare quasi a metà del mondo con qualsiasi moto nuova. Penso che il mio unico consiglio è quello di portare dischi di frizione di ricambio se fai un viaggio che supera i 20.000 km. Non occupano molto spazio, ne avrai bisogno comunque a un certo punto e la tua frizione potrebbe bruciarsi e consumarsi più velocemente di quanto pensi se ti trovi in terreni difficili.

Lea Rieck - Atacama

Parlando di terreni e climi difficili, ne hai sperimentati diversi: quali attrezzature o equipaggiamenti essenziali ti assicuri sempre di avere con te durante le tue avventure in moto?

Investo in buona attrezzatura come casco, tuta e stivali. Ho due sistemi di tute per climi diversi, durante il mio viaggio intorno al mondo avevo una tuta in mesh perché sapevo che sarei stata principalmente in temperature calde, aveva uno strato esterno extra in Gore-Tex da indossare se pioveva o se faceva freddo. Per i viaggi con climi più freddi, come il mio viaggio al Capo Nord, ho una tuta in Gore-Tex ventilata così non devo togliere e rimettere  l’abbigliamento da pioggia se piove o nevica. Quindi cambio la mia attrezzatura a seconda di dove sto andando, perché secondo me non c’è ancora nulla che funzioni in tutte le condizioni.

Con le tue esperienze e le intuizioni acquisite dai tuoi viaggi, quali consigli offriresti alle aspiranti avventurierie che vogliono intraprendere questa strada?

Gli direi semplicemente di farlo, guidare. Molti pensano che sia necessario essere super attrezzati o esperti per intraprendere un lungo viaggio. Ma non è vero. La cosa più importante è semplicemente partire. Si possono imparare molte cose mentre si è in viaggio. E poi, la migliore moto è sempre quella che possiedi, che puoi permetterti e che ti lascia abbastanza budget per continuare a viaggiare. Se spendi tutti i tuoi soldi su una nuova moto da avventura di lusso e non puoi permetterti più di viaggiare, non è una buona scelta.

Come neo-mamma e viaggiatrice navigata, come ha cambiato l’approccio all’esplorazione l’arrivo del tuo piccolo e quali lezioni hai imparato lungo il cammino?

Con un bambino dobbiamo modificare un po’ il nostro setup. Al momento stiamo personalizzando un furgone che sarà in grado di trasportare una moto e in cui potremo anche vivere e dormire. Ma per me è importante che nostro figlio faccia parte dei nostri viaggi e che nessuno di noi debba rinunciare a ciò che amiamo di più – viaggiare e guidare la moto. Naturalmente viaggiamo un po’ più lentamente ora rispetto al solito, ma fortunatamente il nostro bambino è molto curioso e finora è stato un compagno di viaggio incredibile. Per me questa è una nuova avventura e non vedo l’ora di mostrargli luoghi che ho già visitato e amo, ed esplorare nuove destinazioni anche con lui. È già arricchente per noi vedere il mondo dal punto di vista di un bambino.

Guardando al futuro, quali sono le destinazioni delle tue future avventure? E come immagini che evolverà il tuo modo di viaggiare nei prossimi anni?

Ho ancora così tanti posti da vedere – e così tanti posti in cui voglio tornare. Uno dei viaggi che ho sempre sognato ma che non volevo fare in moto è guidare fino al Capo Nord in inverno – questo è sicuramente nella nostra lista non appena sarà pronto il nostro furgone.

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