La nostra MissBiker Fabien è appena tornata da un bellissimo viaggio in moto in Francia e ha condiviso con noi il suo itinerario con tanti consigli utili.
Giorno 1: partenza per la Francia
Ho dormito nell’albergo Ibis Style perché il Première Classe che avevo in mente di scegliere (più economico) era al completo.
Giorno 2: da Bourg en Bresse a Orléans
Ho dormito nel Première Classe di Orleans.
N.B. Dico subito che i Première Classe dove sono stata erano corretti, nulla di più visto la fascia di prezzo. Non c’è da aspettarsi il lusso, i bagni sono come quelli della cabina di una nave. A me importa che siano puliti e che l’accoglienza sia gradevole. Avevo selezionato prima di partire quelli che avevano recensioni decenti. Hanno tutti il grande vantaggio di avere il parcheggio privato gratis.
Giorno 3
Google mi dava la scelta tra due percorsi, sempre senza autostrada. Ho scelto di non passare da Chartres dunque ho seguito Brou, Senonches, Brteuil, Yvetot, Etretat.
Ho dormito due notti in un campeggio, Etretat Aventure, a circa 6 km dalla cittadina. Ho affittato uno chalet e mi sono trovata benissimo. Si stava in mezzo al verde, un oasi di pace.
Giorno 4
Oggi partenza da Etretat per Bayeux, facendo tappa prima a Honfleur, poi al museo Memoriale di Caen, prima tappa della parte storica del mio viaggio. Purtroppo non sono riuscita a fare foto dal Ponte di Normandia, che si attraversa per superare la Senna a Le Havre.
Giorno 5
Qui c’è da aprire una riflessione sul Ponte di Normandia, che si deve attraversare per passare da una parte e l’altra della Senna. Ha una reputazione che intimorisce un po’, ma se non c’è un vento molto forte è un ponte normale, molto bello da attraversare. In caso di vento tipo quelli che ti spostano la moto, chi preferisce evitarlo può prendere un piccolo traghetto un po’ più a monte del fiume, da Port Jérôme a Quillebeuf sur Seine. Ma allunga di circa un’ora e mezza.
A Bayeux, cittadina deliziosa, ho dormito due notti nel solito Première Classe che, contrariamente al solito, è molto vicino al centro storico, ci si arriva in 10 minuti a piedi.
Il Ponte: lo temevo, un po’ perché avevo letto che col vento è pericoloso per i motociclisti, e poi perché Google Maps mi faceva vedere un intricato giro di svincoli che non mi diceva niente di buono. Insomma, non ero tranquilla. Tant’è che avevo quasi deciso di allungare un bel po’ e prendere il traghettino più a monte del fiume. Ma non mi andava proprio di cedere alla paura, e così l’ho attraversato, emozionandomi per la bellezza sontuosa della Senna e per avere superato i miei timori! Ero così orgogliosa che mi sono venute le lacrime, roba da matti…
Per quanto riguarda il mangiare, da quelle parti si mangia bene un po’ ovunque a prezzi convenienti, che siano cozze, crêpes o altro.
Giorno 6
Oltre al Cinema circulaire à Arromanche, assolutamente da non perdere, ho visto Omaha beach, la Pointe du Roc e soprattutto i cimiteri sia americano che tedesco. Il primo proprio di fronte a Omaha beach, impressionante per la scenografia perfetta. Tombe bianche a perdita di vista, a migliaia, non un filo d’erba che supera l’altro… e poi quello tedesco, più defilato in mezzo alla campagna. Qui ogni tomba indica la data di nascita oltre che quella di morte. Ho iniziato a leggere e non riuscivo più a staccarmi… moltissimi non avevano più di 20 anni, molti anche meno, 18/19 anni… che vi devo dire, non mi hanno fatto meno pena degli altri, ragazzi triturati da una parte e dall’altra da un meccanismo inumano, insensato.
Giorno 7
Mont Saint-Michel l’ho visto da lontano, volutamente. Ci sono stata tante volte, e so bene che la magia di vederlo sbucare dal nulla in mezzo alla campagna è preferibile a una visita al suo interno, in quello che ormai è solo una patacca per turisti. Se ci volete andare, cercate di arrivare molto presto la mattina o dopo l’ora di cena, quando si svuota dalla bolgia di turisti.
Dormito in un B&B a una ventina di km dalla città, a La Gouesniere, “chez Régine”. Mi sarei trovata benissimo se purtroppo la signora non avesse avuto un malore nel pomeriggio e i famigliari non l’evessero accompagnata d’urgenza in ospedale. Pare che si sia ripresa ma il marito mi diceva che aveva intenzioni chiudere il B&B perciò non so se sarà un indirizzo disponibile in futuro.
Giorno 8
Proseguendo il mio viaggio in Francia in moto ho preso la strada dipartimentale fino a Cancale, poi Cap Frehel, che consiglio proprio di vedere, poi ho imboccato la Nazionale che passa da Saint-Brieuc e poi prosegue per Perros-Guirrec.
La Bretagne… dove la terra ferma è un ospite, e l’oceano il gigantesco padrone di tutto. Un senso di infinito e di pace totale davanti a questi paesaggi meravigliosi. Non saprei dire cosa mi tocca di più, tra la paciosa Normandia e l’asprezza di questa terra. La prima mi ricorda le donne dipinte da Botero, grasse e sode e sensuali… la Bretagna è invece spigolosa, colma e orgogliosa della sua identità celtica, percepisco che la si può avvicinare solo fino a certo punto, al di là del quale rimane segreta allo straniero. Che viaggio emozionante che mi sto regalando!
Dormito due notti nel posto più bello di tutta la vacanza, un B&B (che lì chiamano gîte d’hôte) a Penvénan, a pochi km da Perros. È difficile da trovare la prima volta perché le indicazioni di Booking sono errate. È un posto meraviglioso, e i padroni di casa fanno di tutto per rendere felici gli ospiti.
Giorno 9
Di tanto in tanto qualcuno si ferma a chiacchierare e mi chiede:”ma viaggia da sola?”… non so se si stupiscono perché sono una donna o perché per molti la solitudine ha una connotazione negativa. A me basta la moto e un buon libro la sera, e se possibile un pain au chocolat la mattina!
Giorno 10
Dormito all’hotel Actantis Voltaire, ottimo ma ci vuole una buona mezz’ora a piedi per raggiungere il centro. Parcheggio per la moto in sicurezza.
Giorno 11
Giorno 12
Giorno 13
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Giorno 14
Giorno 15
Ho dormito a Chambre d’Etape, sulla via principale. Garage coperto per le moto, buon indirizzo ma non davano la colazione. Però 300 metri più avanti c’è una pasticceria che apre alle 7 e serve anche bevande calde. Se volete mangiare al ristorante pizzeria La Vanoise, tra il meglio recensito su google, dovete prenotare perché è molto richiesto. Si mangia bene e non è caro.
Giorno 16: fine del viaggio
Informazioni utili su un viaggio in moto in Francia
- Nel centro della Francia, ci sono zone dove i benzinai non sono frequenti. Sulle nazionali di solito si deve uscire verso i paesi confinanti per trovarne uno. Sulla strada per Tours, ho fatto un tratto di circa 60km prima di vederne uno. Invece in Normandia, Bretagna e Borgogna non ci sono problemi. Soprattutto in Borgogna praticamente ogni borgo ne ha almeno uno. Cercate di fare benzina quando potete nelle stazioni dei centri commerciali (Carrefour, Leclerc, Auchan), costa meno. Ormai in Francia la benzina costa più che in Italia.
- In Francia è obbligatorio il kit di Pronto Soccorso e gilet catarifrangente se non avete parti visibili sulla giacca. Probabilmente non ve li chiederà nessuno ma la legge è questa.
- Per quanto riguarda gli autovelox: sono tanti, si vedono all’ultimo momento perché sono grigi. Quando vedete un pannello che avvisa che ci sono, non è un bluff, ci sono. Di solito il limite sulle dipartimentali è di 80km/h ma in alcune zone, in partiticolare in Borgogna, ho trovato molte tratte 90km/h.
- Per quanto riguarda i francesi: io sono di madrelingua francese perciò sono avvantaggiata, ma più giro la Francia più mi persuado che la gente al nord è più accogliente e disponibile che al sud, soprattutto dalla Costa Azzurra. Sono gentili, educatissimi nei confronti dei motociclisti.
- Altra cosa, che siate su una Nazionale o su una stradina di campagna, troverete un asfalto che qua ce lo sogniamo. Non so come fanno ma è così, li vedi a volte rifare un asfalto che a noi sembra già perfetto così com’era… boh…
- Il clima, infine: le nuvole viaggiano così veloci che non c’è da stupirsi se il tempo cambia cento volte nel corso della giornata. Tenete l’anti pioggia a portata di mano. Non mi ricordo dov’ero, un giorno c’era il sole e una sola nuvoletta neanche tanto grigia sopra la mia testa e pioveva! Ancora non l’ho capita questa cosa!
Fabien Mouton
ph. credits Fabien Mouton
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