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È successo anche a me: la mia battaglia per tornare in pista

07/12/2023
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Come l’ho scoperto grazie alla prevenzione

Mi faccio controllare da anni. A febbraio 2022 oltre alla solita ecografia, ho fatto anche una mammografia. Mi dissero che potevo farla ogni due anni visto che non sono predisposta. Quest’anno ho comunque prenotato l’ecografia. C’era posto a maggio ma non era un problema, essendo solo un controllo.

A marzo ho sentito un nodulo sotto l’ascella, all’altezza del seno sinistro. Ho pensato “E questo cos’è?”
Ho controllato se c’era dall’altra parte ma niente. Ho quindi anticipato l’ecografia e ho trovato posto a fine marzo. Il dottore ha confermato che c’era qualcosa e mi ha detto di fare una biopsia. 
Ho prenotato a Bergamo per il 17 aprile, non solo biopsia ma pure ecografia e mammografia.
“Quante storie”, mi dicevo tra me e me.
La senologa mi ha detto che ci sarebbe voluta una quindicina di giorni per i risultati e che mi avrebbero chiamata loro. Mi sembravano ottimisti. Arriviamo ai primi di maggio e decido di andar a vedere sul fascicolo sanitario se fossero già usciti i risultati, almeno così avrei potuto archiviare la faccenda.
I fogli sono un po’ difficili da capire, con mille numeri. La prima parola che leggo è “carcinoma”, non mi sembra una bella parola ma magari non è brutta per forza, dipenderà dai casi. Altri numeri, percentuali, esami, e poi leggo invece la parola “maligno”. Mi si ferma il respiro. Questa parola non può essere interpretata diversamente, è proprio brutta e basta. Ero convinta che non fosse niente. Diciamo che non ho mai nemmeno preso in considerazione potesse essere qualcosa.

Passano 2 giorni ed incontro la senologa, la Dott.ssa Mauri. Non ho avuto bisogno di chiederle niente, mi ha detto tutto lei, con una gentilezza fuori dal comune.

L’esito e le conseguenze

Si trattava di un tumore maligno, preso in tempo e non aggressivo. Andava tolto nel giro di un mese, data indicativa il 7 giugno ma magari anche prima. Si farà la quadrantectomia ossia si toglierà un “quadrante” e si toglieranno anche uno o più linfonodi secondo se saranno stati intaccati o meno. Come cure dopo l’intervento ci sarà un po’ di radioterapia e la cura ormonale di 5 anni. La chemioterapia è molto poco probabile. Il tumore è di tipo ormonale e per questo la terapia da fare oltre alla radioterapia è anche ormonale. Non esistono ancora alternative e se non si fa si rischia che il tumore possa tornare.

Le gare

Ho parlato delle mie gare in moto alla dottoressa e mi ha detto che avrei potuto andare a Vallelunga a metà maggio. Ha aggiunto che probabilmente perderò una gara ma che un mese dopo l’intervento potrò correre. Le è piaciuta questa cosa delle gare e mi ha chiesto di portarle una foto dedicata. Ha detto anche che non sa se sarà presente il giorno del mio intervento ma che lo spera.

Parliamone per metabolizzare

Dopo questa visita ho fatto 2 giorni piuttosto bui in quanto dovevo metabolizzare tutta la situazione. 

Una cosa importante è parlarne, l’ho sempre fatto perché fa molto bene non tenersi tutto dentro. Permette anche ad altri che han avuto la stessa cosa di sfogarsi, oltre a far propaganda e far capire quanto serva far controlli. Serve inoltre a far capire che la parola “tumore” non significa che si deve morire perché ce ne sono di tantissimi tipi e così si tranquillizzano anche le persone. 

Il ricovero, una bella esperienza in ospedale

Ho fatto il pre-ricovero il 26 maggio e alla fine mi han programmato l’intervento per il 7 giugno, con ricovero il 6 ed uscita l’8. Ho saputo tutto all’ultimo momento ed ero parecchio in ansia per la situazione.

Il weekend del 10-11 i miei avversari sarebbero stati a Cremona per la gara, ho sempre sperato di andarci almeno da turista.

La mattina del ricovero sono entrata in camera e mentre sistemavo le mie cose arriva un signore. Indossava un vestito marrone… un frate! Mi sembrava di essere in un qualche film: “Perché sei qua? Devo morire?” Si è seduto ed iniziamo a parlare. Nel frattempo è arrivata la mia compagna di stanza. Lei viveva a Predore, un paesino sul Lago d’Iseo a 5 km da casa mia, e doveva fare lo stesso intervento. Era molto impaurita ed ho subito pensato fosse stata fortunata a trovare qualcuno come me, per farla ridere un po’ in questi giorni di ansia. Ci siamo trovate subito in sintonia.

Il frate ha detto che sarebbe tornato il venerdì ma io gli ho risposto che uscivo il giovedì. Ha detto che secondo lui no. Era un po’ strano e ci sono anche un po’ rimasta male.

Sempre carica!

Sono sempre stata carica e piena di energia ma prima di entrare in sala operatoria c’è stato un attimo in cui sono crollata. L’anestesista è stata gentilissima e c’era anche la mia amica specializzanda che ha assistito prima che entrassi in sala.

E’ arrivata la Dott.ssa Mauri, mi operava lei, ero proprio contenta di rivederla e le ho detto che mi ero ricordata di portarle la foto dedicata. Mi ha detto che non sapeva se avrei potuto correre il weekend del 9 giugno, ha detto: “Vedremo come va”. Mi teneva la mano prima di entrare. Lei, le anestesiste e le infermiere sono state veramente tutte gentilissime con me. 

Dopo l’intervento, alle 13, ero subito pimpante, dicevo: “Avete visto, muovo anche il braccio”. Avevo anche una fame da lupi, non avendo mangiato dalla sera prima. Ero molto sveglia e non ho mai dormito nel pomeriggio. Succhiavo i cotton fioc imbevuti di qualcosa al limone, non potevamo nemmeno bere acqua. Era una vera tortura. La sera solo una camomilla, le bustine di zucchero ed il pezzo di limone sembravano cibo da festa ma morivo comunque di fame. 

Dopo due volte che dovevo andare in bagno in cui mi fecero usare la scodella mi dissero che potevo alzarmi e non vi dico quanto ne ero felice. Era strano alzarsi in piedi ma bellissimo. Poi la mattina finalmente un tè con 4 fette biscottate e marmellata. Le ho preparate tutte quante e le avrei divorate tutte e 4 insieme dalla fame che avevo!

Prime dimissioni: si torna indietro!

Poi siamo state dimesse. La mia compagna di stanza aveva fretta mentre io per niente, era come se non volessi andare via, non so spiegare. Lei tra l’altro si era alzata meno volte di me e non aveva fatto colazione, quindi cercavo di stare attenta a lei. Ci siamo sedute di fronte alla farmacia dell’ospedale per il ritiro dei farmaci da dimissione e da seduta ho iniziato a vedere sfocato, mi sentivo male e non sapevo come fare. Mi girava la testa e stavo sempre più male, era bruttissimo. Ho iniziato a sudare e ad aver la nausea. Hanno chiamato in farmacia e sono stata messa giù con le gambe in alto, poi mi sono ripresa ma mi han portata in pronto soccorso. Sono poi arrivate le mie dottoresse e mi han detto che sarei rimasta un altro giorno. Ne ero felicissima, mi piaceva proprio l’idea di rimanere un altro giorno, ed appena ho mangiato nel pronto soccorso mi sentivo già meglio. 

Ho conosciuto un’altra compagna di stanza ed il frate è tornato e gli ho detto che mi aveva gufata lui! Era proprio simpatico!
Devo dire che l’esperienza in ospedale è stata molto bella, me ne rimarranno proprio dei bei ricordi. 

Il ritorno a casa: subito in pista anche se da spettatrice

Sono tornata a casa un giorno dopo ed era venerdì, in teoria sarei dovuta essere a Cremona già da quel giorno ma ormai mi ero messa l’anima in pace. Molti mi dicevano che non andava bene dormire in tenda dopo esser stata operata ma la mia dottoressa mi ha detto che potevo fare una vita normale e che avrei dovuto stare attenta a non muovere il braccio in maniera brusca e che non dovevo portare pesi.

Ho mangiato a pranzo al ristorante per riprendere le forze e poi sono andata a casa. 

Ero da sola e mi son messa sul letto, non avevo voglia di fare niente e pensavo: “Stavo meglio in ospedale, almeno c’era gente”. A questo punto, mia mamma, avendo visto che stavo bene, mi ha telefonato e mi ha chiesto se volessi mi portasse già a Cremona. Ero titubante ma poi ho accettato, avrei avuto tutti i miei amici con me ed in caso di bisogno non sarei comunque stata da sola.

Ho avvertito solo due amici che mi avrebbero tenuto il posto e ho fatto la sorpresa al resto del paddock.

Chi subito pensava fosse una cattiva idea si è poi ricreduto vedendomi stare bene in mezzo alla mia gente.

È stato un weekend davvero fantastico, mi ha fatto rinascere stare in mezzo alla mia gente. La domenica sera quando sono tornata a casa mi sentivo molto meglio! 

L’esito dell’intervento

L’intervento in sé è andato molto bene, mi han tolto solo un linfonodo in quanto il tumore non si era espanso. Ho anche la fortuna di avere avuto un taglio solo invece di due visto che il tumore era poco lontano dall’ascella. 

La ferita è guarita in fretta, ho fatto una sola medicazione e non ho nemmeno avuto grossi problemi al braccio. Dopo circa un mese sono anche arrivati gli esiti della biopsia effettuata durante l’intervento ed è risultato tutto a posto.

In pista ad un mese esatto dall’intervento

A giugno, ad un mese esatto dall’intervento, avevo la gara successiva. Ero titubante ma poi ho pensato che magari avrei perso altre gare a settembre per via delle terapie. Ho quindi deciso di correre a Varano a Giugno. I medici mi avevano detto che la ferita ormai non avrebbe più rischiato nulla e devo dire che non ho nemmeno avuto dolore ed è stato letteralmente stupendo tornare in pista. Ne avevo le lacrime talmente ero felice!

Pensavo poi appunto di perdere una tra le gare di settembre o ottobre per via della radioterapia ma invece mi hanno poi comunicato che l’avrei fatta dall’8 al 29 settembre. Appena saputo ho immediatamente chiamato il mio meccanico per dirgli che potevamo andare a Magione e si è messo a ridere.

Ho potuto quindi correre a Magione il weekend del 3 settembre e poi a Misano il weekend del 15 ottobre.

In pista sono stata anche molto in forma, sono andata veramente molto bene in entrambe quelle gare. Sembrava una cosa fatta apposta. Forse è stato proprio il destino a volermi far fare entrambe le gare.

Le terapie: radioterapia e pillola ormonale

Ho fatto 16 sedute di radioterapia, tutte le mattine prima di andare a lavorare. Devo ammettere che l’ho patita, ero stanca in maniera strana, avevo accenni di capogiri, inappetenza, e alla fine anche un po’ di nausee e mal di testa. Meno male tutti questi effetti collaterali sono spariti nel giro di 10 giorni dopo la fine dell’ultima seduta. Ero preoccupata potessero essere effetti dovuti alla pillola ma, per ora, non mi sta dando fastidio. Speriamo sia per sempre così. La pillola la prenderò ogni giorno per 5 anni, correlata da una puntura ogni 28 giorni, che serve a bloccarmi il ciclo. I controlli vari poi ci saranno ogni anno.

Ho fatto anche la MOC per l’osteoporosi e sono perfettamente in salute ma devo comunque prendere la vitamina D e fare una cura preventiva che si farà tramite infusione in ospedale una volta all’anno.

Va bene così, meglio essere sempre molto controllati per evitare qualsiasi cosa.

L’aspetto mentale

L’aspetto mentale è molto importante. Come ho già specificato parlarne è molto importante. Non chiudersi permette anche agli amici di poterci star vicino e devo dire che mai mi sarei aspettata di ricevere così tanto affetto. In quanto allo stato d’animo, era stata un po’ una botta quando ho capito che non era un nodulo insignificante ma poi penso di aver “minimizzato” per stare bene e mi sembrava di cavarmela durante il periodo dell’intervento e della mia “guarigione”.
Poi, dopo avere iniziato la radioterapia, ho avuto un crollo improvviso. Enorme. Facevo anche pensieri brutti e me ne rendevo conto come se riuscissi a staccarmi da me stessa e vedermi dall’esterno. Dopo un po’, sempre parlandone, mi sono resa conto che avevo minimizzato un po’ troppo e che avevo anche il diritto di sentirmi stanca o sopraffatta dagli eventi. Da lì mi sono ripresa, sono come “implosa” dentro e mi sono ritrovata. Forse anche la radioterapia mi aveva amplificato le emozioni, non saprei. Insomma sono tornata in perfetto stato mentale, probabilmente per avere avuto la consapevolezza della situazione. 

Lulù

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