Quando escono modelli nuovi di Ducati, provo sempre una certa curiosità. Il design italiano secondo i miei gusti, ha sempre un certo fascino. Quindi eccomi ancora qui per descrivervi a modo mio la prova di una moto decisamente particolare, il nuovo Ducati Diavel V4. Il nome, come si evincere, deriva dalla parola “diavolo “che tradotta in dialetto Bolognese diventa appunto Diavel.
Caratteristiche
Appena ho visto il nuovo Ducati Diavel da Ducati Verona, mio concessionario di fiducia, è stato un tuffo al cuore. Ha veramente un fascino tutto suo, la linea è aggressiva, imponente ma nel contempo elegante.
Le caratteristiche di questo concentrato di ingegneria italiana sono pazzesche: una cilindrata pari a 1158 cc (motore V4 Granturismo, stretto parente di quello installato sul Multistrada V4 e derivante dal Desmosedici Stradale della gamma Panigale) con una potenza di 168 cv (124kw).
La ciclistica si basa su un telaio leggero monoscocca in alluminio fissato alle testate, un forcellone monobraccio ed un telaietto posteriore a traliccio in acciaio. La forcella da 50 mm è completamente regolabile come anche il mono ammortizzatore.
Il serbatoio è anch’esso in acciaio ed ha una capacità di 20 l, la sua linea è molto somigliante a quelle delle super sportive della casa di Borgo Panigale.
Per quanto riguarda il gruppo ottico, il faro anteriore è a doppia C a Led con DRL, quello posteriore, sempre a Led multi-point, rimane sotto al codone.
L’impianto frenante è a doppio disco da 330 mm con pinze monoblocco della Brembo Stylema sull’anteriore. I cerchi sono fusi in alluminio con le razze lavorate a macchina. I pneumatici sono imponenti: posteriore Diablo rosso III misura 240/45, mentre l’anteriore è 120/70.
Il manubrio è largo e rialzato, il serbatoio richiama le linee delle super sportive Ducati, la posizione di guida è molto comoda ma sportiva allo stesso tempo.
La sella ha un’altezza di 79 cm da terra e per noi “piccolette” (io sono 1,60 cm) è sempre un punto in più a favore quando acquistiamo una moto. Il peso è di 223 kg in ordine di marcia senza carburante (13 kg in meno della versione precedente) ma visto e considerato che la moto è bassa, sollevarla dal cavalletto non risulta per nulla difficile.
Elettronica
Il cruscotto TFT da 5” ha l’integrazione Bluetooth, Ducati Link App. Il pacchetto elettronico è di ultima generazione: ABS cornering, DTC (Ducati traction control), DWC (Ducati Wheelie Control), DPL (Ducati power Launch), DQS (Ducati Quick Shift up/down) e Cruise Control.
I riding mode per poter utilizzare la moto in base alle proprie esigenze del momento sono 4: Sport, Touring, Urban, Wet con 3 Power mode.
La mia prova su strada
Finalmente inizia il vero e proprio test ride, l’emozione è sempre fortissima quando provo una moto nuova.
Salendo in sella mi rendo conto che tocco con entrambi i piedi e come menzionavo prima nelle caratteristiche della moto, per noi “piccolette” rimane sempre un grosso vantaggio, ci rende più sicure. La posizione di guida è confortevole.
Per accenderla basta avere la chiave in tasca visto che è Hands free ed è sufficiente premere il bottone per azionare il cruscotto; il tasto dell’avviamento è identico a quello degli altri modelli.
Il sound mi piace parecchio, di sicuro il Diavel non passa inosservato nemmeno per questa caratteristica.
Partendo scopro che è una moto estremamente maneggevole, le inversioni e le manovre da ferma risultano estremamente facili, al pari di una naked… devo dire che questa cosa mi ha stupita notevolmente. Credevo di avere a che fare con una moto molto meno manovrabile in città ma devo dire che si districa molto bene anche in mezzo al traffico. Il sistema di de-attivazione fa marciare a basso regime dalla seconda marcia in poi, questo accade anche durante le soste (semaforo, incroci ecc…) così da ridurre i consumi.
Mi dirigo verso la Val d’Adige per provarla in maniera più fluida ed impostando il “Touring mode“ anche qui il Diavel mi ha sorpresa in maniera super positiva.
I cambi di direzione sono facili e agili, non sembra veramente di guidare una “muscle bike”, l’accelerazione è pronta e scattante, il freno motore si sente in maniera importante come piace a me… sembra di guidare una bicilindrica e non una V4 , forse è anche per questo che il feeling con questa moto è stato quasi immediato.
Arrivo finalmente su di una strada che mi propone curve strette e tornanti. Un po’ intimorita da come potrebbe comportarsi, viste le dimensioni della gomma posteriore, mi preparo per affrontare il primo tornante…è stata una rivelazione, la moto percorre il tornante in maniera così precisa che sembra un compasso, non fatico per nulla a farlo, anzi, non ho mai affrontato un tornante così facilmente.
La moto è ammortizzata in maniera eccellente, non si percepiscono le asperità delle buche nell’asfalto e nemmeno dei dossi (la mia cervicale e la mia schiena ringraziano). Nemmeno cercando di metterla in crisi questa moto si scompone, incredibile!
Rimane sempre a mio avviso una moto per motociclisti esperti, non la consiglierei mai come prima moto, non perché sia difficile da usare ma quando si hanno sotto al sedere un certo numero di cavalli è sempre meglio avere un po’ di esperienza per poterli gestire al meglio.
Che dire? Questo Diavel mi è piaciuto molto anche se all’inizio ero un po’ scettica.
Sarà la mia prossima moto? Chi lo sa!
P.S. Avevo già scritto questa recensione ma ci tenevo ad aggiornarvi: alla fine mi sono portata il Diavel a casa!
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