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Donne e Harley-Davidson: 9 cose che forse non sai

30/09/2023
Lisa Cavalli
Pubblicato in:

Il marchio più iconico al mondo è sempre stato simbolo di libertà, indipendentemente dal genere d’appartenenza. La storia dell’azienda di Milwaukee nata nel 1901, non è solo quella dei fondatori William Silvester Harley e Arthur Davidson ma anche quella delle donne che hanno reso questo marchio unico.

1. Un marchio leggendario nato da una donna

La prima donna guidare una Harley-Davidson fu Janet Davidson, la zia di Arthur Davidson. Ma non è solo per questo che dobbiamo ricordarla.
Janet era una vera artista. Era stata assunta dallo zio Alexander McNab in un negozio di lingerie. Il suo lavoro consisteva nel creare disegni per tessuti originali e pregiati. Era una creativa, amava dipingere e decorare.
Già dagli inizi, William e Arthur avevano le idee chiare sul loro futuro, mancava solo un logo per iniziare a fare sul serio. E quale opportunità migliore se non quella di chiedere alla zia di disegnarlo?
Janet si mise all’opera e creò il famoso “bar and shield”. Si trattava di un distintivo con davanti una barra in cui compariva per la prima volta la scritta Harley-Davidson. Con la stessa passione decorò a mano i serbatoi e i parafanghi di tutte le moto del magazzino. Di certo non aveva idea di cos’avesse creato: il più riconoscibile logo motociclistico del mondo utilizzato ancora oggi.

2. Le prime donne ambasciatrici del marchio

Nel 1915, accade un’impresa che ha dell’incredibile. Una madre e una figlia partono per un viaggio che sembra impossibile, specialmente per due donne: attraversare gli Stati Uniti da costa a costa a bordo di una Harley-Davidson.
A quel tempo non era facile per le donne negli States. Non avevano ancora il diritto di voto, indossare abiti da uomo era considerato illegale in molte località ed era a malapena accettabile che una donna potesse guidare una moto, per non parlare di pianificare viaggi su strada a lunga distanza.
Nonostante tutto Effie, 26 anni, aveva un grande sogno fin da quando imparò dieci anni prima a guidare una moto: sognava di diventare la prima Lady Harley a viaggiare attraverso il paese.
La madre Avis, 52 anni, non voleva infrangere i sogni della figlia impedendole di partire ma conscia dei pericoli decise di accompagnarla in questa impresa.

Percorrevano una media di circa 250 km al giorno che, considerando le pessime condizioni stradali e la mancanza di segnaletica e distributori di benzina, era un ritmo sostenuto. Dopo due mesi di viaggio e 8.000 km madre e figlia arrivarono a San Francisco entrando nella storia e nel Guinness World Records, come prime donne a compiere un viaggio transcontinentale in sella a una motocicletta. Durante il viaggio le persone si fermavano a guardarle, alcuni curiosi e ammirati, altri critici ma la rivincita verso questi ultimi non tardò ad arrivare: sulla via del ritorno, Harley-Davidson le invitò a fermarsi nella fabbrica di Milwaukee per farle diventare ambasciatrici del marchio.

3. Una motociclista “entusiasta”

Vivian Bales è diventata famosa per essere stata sulla copertina dei numeri di novembre e dicembre 1929 della rivista Enthusiast. Ma pochi sapevano come ciò fosse successo.
Dopo aver acquistato nel 1926 una Model B single, la sua prima motocicletta Harley-Davidson, Vivian decise di fare il suo primo “grande viaggio” con la sua migliore amica del liceo, per visitare la sorella di Josephine che viveva a St. Petersburg, in Florida, a circa 500 km da Albany.

Fu solo l’inizio. Ispirata dal suo primo viaggio, Bales decise di acquistare il nuovo modello Twin D del 1929, che descrisse come un “vero tesoro” e, incoraggiata dalla sua nuova moto, scrisse a Hap Jameson, direttore della rivista Enthusiast, dicendogli che le sarebbe piaciuto fare un viaggio in solitaria verso nord per visitare la fabbrica di Milwaukee.
Anche se Harley-Davidson non sponsorizzò ufficialmente la corsa, le fornì maglioni personalizzati con la scritta “The Enthusiast Girl”.

Il famoso viaggio di Bales ebbe luogo nell’estate del 1929 e apparve in molte pubblicazioni nazionali, oltre che nella rivista Enthusiast. In ogni città che attraversava, Bales incontrava personalità locali e concessionari Harley-Davidson, la maggior parte dei quali si offriva volontariamente di sostenerla durante il suo viaggio che durò 78 giorni e in cui percorse oltre 8000 km.

Quel tour è stato così significativo per lei che, prima di morire il 23 dicembre 2001, chiese che al suo funerale si tenesse un corteo motociclistico.

4. La prima “community” di motocicliste

Nel 1932, mentre frequentava il Wellesley College, la diciannovenne Linda Dugeau imparò a guidare una Harley-Davidson modello JD. Ispirandosi alle NightyNine, un gruppo di donne pilota con licenza fondato nel 1929, il cui primo presidente fu Amelia Earhart, Dugeau iniziò a cercare altre donne interessate a formare un club esclusivo per motocicliste.
Alla fine degli anni ’30, unì le forze con Dot Robinson, una pilota esperta e famosa oltre ad essere proprietaria di un concessionario Harley-Davidson. Nel 1940, dopo tre anni di collaborazione con le donne motocicliste, Dugeau e Robinson riunirono 51 membri per fondare la Motor Maids of America (ora Motor Maids, Inc.).

L’anno successivo, l’American Motorcycle Association (AMA) concesse la tessera n. 509 ai Motor Maids. Dugeau divenne la prima donna segretario dell’organizzazione e Robinson la prima presidente.

5. La prima moto viaggiatrice di colore

Molto prima che il Civil Rights Act (una legge federale degli Stati Uniti d’America, che dichiarò illegali le disparità di registrazione nelle elezioni e la segregazione razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche in generale) diventasse legge, c’è stata la prima donna di colore a guidare una motocicletta attraverso il paese. Stiamo parlando di Bessie Stringfield.
Questa icona del motociclismo ha attraversato gli Stati Uniti in sella ad Harley-Davidson, ne ha possedute 27 per la precisione e si è presa cura di ognuna di esse facendo da sola la manutenzione e cambiando, se necessario, i pezzi.
Per mantenersi, guadagnava soldi eseguendo acrobazie in moto in vari eventi e prestò servizio in una squadra di motociclisti civili per il governo durante la seconda guerra mondiale. Non era per niente facile essere una donna di colore nel sud degli Stati Uniti ma Bessie, da vera ribelle, non ha mai rinunciato alla sua moto e alla sua libertà.

6. Due moto dedicate alle donne

Si è soliti pensare che le Harley-Davidson siano moto destinate solo ai maschi ma non tutti sanno che nel 1988 l’iconica azienda statunitense propose una moto dalla dimensioni più piccole e espressamente progettata per attirare le donne: lo Sportster Hugger.
Questo modello era essenzialmente un XLH 883 con sospensione posteriore ribassata, sedile, manubrio, ammortizzatori diversi ma sempre con un motore bicilindrico a V, 4 tempi. Era un modello molto simile ai moderni modelli “Low”.
Se spulciamo tra le vecchie pubblicazioni, troviamo un’altra moto dedicata al pubblico femminile, un modello Sport del 1920. Una pubblicità stampata dell’epoca pubblicizzava la Sport come “la compagna di attività all’aperto della donna” e una copertina della rivista The Enthusiast del 1920 raffigurava una donna che guidava questo modello. 

7. Una pioniera in sella ad una Harley-Davidson

Uno dei motociclisti più memorabili degli anni ’10 era una donna di nome Della L. Crewe che nacque nel Wisconsin nel 1884.

Crewe amava viaggiare e nel 24 giugno 1914 iniziò il suo ambizioso viaggio in sella a una Harley-Davidson Two-Speed Twin con sidecar. Partì con un cucciolo che alcuni amici le avevano regalato per tenerle compagnia durante il viaggio e lo chiamò Trouble (problema). Come scrisse in una nota nel suo diario, “Trouble sarà l’unico problema che avrò in questo viaggio”.

La destinazione finale di Crewe era New York City, ma fece diverse fermate lungo il percorso. Passò per il Kansas, Chicago, Milwaukee per poi passare per l’Indiana, l’Ohio, la Pennsylvania e arrivare a New York. Il clima variava molto e diventava sempre più freddo e impegnativo con molte strade sconnesse o assenti.

Alla fine, nel dicembre 1914, arrivò New York City in una giornata fredda. Secondo quanto riferito, indossava quattro cappotti, quattro paia di calze e scarpe di pelle di pecora, mentre Trouble indossava un maglione.
“Ho fatto un viaggio meraviglioso, sono in perfetta salute e il mio desiderio di andare avanti è più forte che mai”, ha proclamato Crewe. Il suo viaggio in moto di 8655 chilometri non solo si è rivelato un successo, ma le è valso la fama a livello nazionale.

8. Gertrude Hoffmann, la prima motociclista influencer

Attrice di teatro di fama mondiale, Gertrude fu un personaggio audace che guadagnò notorietà per le sue esibizioni di danza all’inizio del 1900. Ma fu anche un’astuta donna d’affari e una delle prime registe e coreografe. Il suo nome e la sua immagine furono usati per promuovere prodotti come Adam’s California Fruit Gum e le motociclette Harley-Davidson.
Nel 1919 venne fotografata a Chicago mentre acquistava un modello J bicilindrico e un sidecar. L’immagine fu ripresa e riutilizzata su giornali e pubblicazioni motociclistiche in tutto il Nord America.
Mentre Gertrude era in tournée, i concessionari locali approfittavano della sua notorietà pubblicizzando il marchio con le foto della donna.

Forse sfruttando i media durante il suo tour, ma senza dubbio approfittando della sua fama, Harley-Davidson utilizzò Gertrude Hoffmann in una pubblicità stampata personalizzabile dal rivenditore per il modello Sport del 1920.

9. Le harleyste sono più felici?

Più felici in sella ad una Harley-Davidson? Secondo la ricerca commissionata dal marchio statunitense all’agenzia Kelton Global la risposta è sì. I risultati dimostrano che le motocicliste hanno il doppio delle probabilità rispetto alle loro controparti non motocicliste di sentirsi “sicure di sé”. Inoltre hanno il doppio delle probabilità di sentirsi “estremamente soddisfatte” del proprio aspetto.

Lo studio, in cui sono state intervistate 1.013 motocicliste e 1.016 non motocicliste, sottolinea anche che le motocicliste sono più felici nella loro carriera, più felici nelle loro amicizie, più felici nella loro vita domestica e hanno il doppio delle probabilità di essere “estremamente soddisfatte” della loro vita sessuale!

Ph. copertina: Sonja Sartori

Fonti:
Harley-Davidson Insurance
Wikipedia
National MC Museum

Adventure Bike Rider
Harley Davidson – Una filosofia di Libertà

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