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Curve di Palude: ambiziosi itinerari a Ferrara e dintorni – ep.1

04/06/2021
Marcella Colombari
Pubblicato in: ,

Buongiorno a tutte! Volevo condividere con voi la mia ultima idea (non priva di rischi e potenziali delusioni): ho deciso di trovare le curve dove non esistono.
Sì, avete capito bene!

Dovete sapere che il mio sogno è quello di abitare in mezzo ai monti, alla natura incontaminata e… alle strade da moto! Curve ovunque, il paradiso.

…ma torniamo alla realtà: purtroppo abito in uno dei posti più desolanti per chi guidi una moto, Ferrara, da me affettuosamente ribattezzata “la palude”.
E una palude lo era davvero! E’ stata bonificata nel corso dei secoli e giustamente ‘sta gente che ha fatto una gran fatica avrà pensato: ma perché mai dovremmo costruire delle curve in mezzo al nulla? Facciamole dritte queste strade, che sono molto più pratiche. E avevano ragione! Per carità.
Ma il risultato per noi motociclisti sono DUE PALLE COSI’!

Quindi ho deciso, diciamo così, di “cercare l’acqua nel deserto”. Cercherò le curve nella palude.
Si tratta forse di mero masochismo? Di semplice desiderio di fallire, di auto sabotaggio?
Assolutamente no! Provate un po’ a seguire il mio ragionamento.

Per prima cosa, un abitante della palude moto-munito (eccomi qua) non sempre avrà il tempo di farsi un’ora di strada ad andare ed un’ora a tornare prima ancora di vedere una strada degna di essere percorsa. Vorrei avere tutto il tempo del mondo, ma spesso ho a malapena 3-4 ore.
Una bella curva o due a fila, dopotutto, per noi motociclisti palustri valgono quasi quanto un giro al Mugello! Siamo abituati a fare solo dei rettilinei…ci accontentiamo di poco!

Quindi insomma il primo motivo dietro questa mia apparente follia è la mera sopravvivenza.

Il secondo motivo, già che ci siamo, è la condivisione: segnarmi le mie “scoperte” e renderle pubbliche, così magari chi ha il mio stesso problema potrà beneficiarne e annoiarsi un po’ meno!

La tragica Ferrara – mare

Il che ci porta – non senza un po’ di emozione – al primo Itinerario di Palude: cosa c’è di più classico per un ferrarese del TRAGICO tragitto Ferrara-mare? Ok, il nostro mare già di per sé è piuttosto brutto, ma in moto è arrivarci il vero dramma: è tutta dritta e piena di buche ragazze, TUTTA DRITTA E PIENA DI BUCHE!

…oppure no?

Quest’oggi mi sono avventurata a mio rischio e pericolo per paesini e frazioni in modo da trovare qualche parvenza di curva, e il risultato è stato incoraggiante: ESISTONO!
Poche e sparse ma preziosissime curve di palude, in barba al famigerato tragitto tutto rettilineo e pieno di buche e cantieri, che da sempre infesta ogni estate peggio del reggaeton!
Vi presento un itinerario che per buona parte riesce davvero ad essere carino!

Partiremo dalla Pontegradella Forest, una ridente zona residenziale in mezzo al verde e nascosta ad un occhio distratto, ma carina e fresca, fuori dal tempo.
Da lì sbuchiamo su quel bello stradone largo… e lì, ragazze, arrivano a bruciapelo le emozioni forti: il Curvone di Baura si stende proprio davanti a noi in tutta la sua magnificenza.
Gli invidiosi preferiranno il più blasonato Curvone di Misano, ma noi siamo motocicliste di palude e non stiamo ad ascoltare queste dicerie.
Loro non capiscono il valore strategico che questo tratto di asfalto ha per noi: è una delle pochissime gioie dell’intera provincia!
Guardatelo: bello, largo, sexy, buon asfalto, gratis (mica come Misano), in leggera discesa, ottima visibilità.
Signore, il Curvone di Baura. Tantissima roba!
(occhio solo che c’è uno stradino che si immette proprio in mezzo, ma si vede con largo anticipo).

Mi sono premurata di inserirlo nell’itinerario, anche se ci porta lievemente fuori strada, quindi voi seguite fiduciose il navigatore e vedrete che vi fa fare la curva, poi alla rotonda successiva vi fa tornare indietro per svoltare per la strada giusta (proprio lo stradino di cui sopra).
Tutto calcolato.
Naturalmente, se voi decideste di rifare il curvone due o tre volte a fila prima di proseguire, come bambine su uno scivolo, io vi capirei molto bene (come se non l’avessi mai fatto) e vi appoggerei in questa scelta…non è che possiamo diventare adulte così, da un giorno all’altro. Bisogna approfittarne finché c’è la bellezza, finché è lì. Cogliere l’attimo. Dopo ci sono i rettilinei brutti, che a noi non piacciono, e ci dobbiamo arrivare belle sorridenti!

Ora possiamo riprendere il nostro viaggio (che a dire il vero è solo iniziato) e attraversare Fossalta, lungo una stradina pittoresca e abbastanza decorosa, fino a che non scorgeremo Sabbioncello San Vittore, e lì…ommioddio, una curva!! (vedi foto di copertina) E usciti dal paese? Altre due curve! Paura e delirio a Sabbioncello, si scherza zero qui. Pure una curva in contropendenza, roba da pro! Mamma mia!!

Da qui, dopo questo tripudio di emozioni, proseguiamo per Formignana e poi Final di Rero, in un viaggio con rari scossoni ma comunque non noioso, con addirittura una bella “esse” che per noi bikers palustri è merce rarissima.
La deviazione chiave è in direzione Roncodiga’ per continuare a sguazzare tra le curve fino a Cornacervina e Migliarino.

Ora, solitamente il tratto che fa appassire qualunque emozione motociclistica arriva dopo Massafiscaglia, ma ho cercato in tutti i modi di evitare quella strada! Ho prolungato ulteriormente il tragitto e sono certa che mi capirete: in moto quello che conta è il viaggio, non la meta.

Quindi NO a Massafiscaglia, SI’ al dedalo di stradine che ci portano in Zona Sipro e a San Giovanni d’Ostellato. Da lì prendiamo per forza di cose la via dei lidi, con quell’aspetto che conosciamo bene: alberi su ambo i fianchi, quindi se anche ci sono delle curve, la visibilità è quasi zero (questo c’era, purtroppo).

Arrivate a Comacchio possiamo quasi sentire il profumo del mare, ma subito prima dell’ospedale del Delta noi giriamo verso San Giuseppe, per un’ultima breve danza in quelle tre curvine (occhio che sono strette) e via, verso la nostra meta. Che nel mio caso non è il mare (credevate eh? ) bensì il Circuito di Pomposa, dove di curve ce ne sono finché voglio!
In alternativa ragazze, se vi siete portate il telo da spiaggia, vi aspettano il lungomare, un frittino di pesce e una bollicina, e siete perfette! Che non è un piano da sottovalutare MAI!

Vi saluto dicendovi che ce l’ho messa tutta per “distruggere” un mostro sacro della noia come la strada per il mare, spero che vi divertiate con questo itinerario e lo condividiate!
E mi raccomando, rimanete sintonizzate per le prossime puntate di Curve di Palude!

Marcella Colombari
ph. credits: Marcella Colombari
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