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Triumph Rocket 3: Anarchy in the UK

05/11/2021
Sabrina Godalli
Pubblicato in: ,

Triumph Rocket 3: la moto con il motore più grande al mondo!

Ladies and Gentleman, signore e signori, proprio lei. Triumph Rocket 3!
Prima di tutto è necessario, per me, un passo indietro. Non conoscevo per niente questo modello di Triumph, né conoscevo la sua storia. Ho deciso di affrontare il percorso al contrario di quello che si dovrebbe fare di solito. Non ho guardato video di presentazione, né cercato informazioni sul web. Forse non è stata la maniera corretta e classica di approcciarsi a una nuova conoscenza ma, sapete care ragazze, sinceramente non mi piace molto seguire le regole. Volevo che fosse un po’ un appuntamento al buio e niente di pre-compilato.

La folgorazione sulla via di Damasco l’ho avuta un giovedì pomeriggio di una di quelle giornate che, fatemelo dire, sarebbe meglio fare seleziona tutto – clic – “svuota cestino”. Apro Facebook per leggere le notifiche e, il primo post che vedo nella cronologia, è proprio il suo! Lei! La pagina di Triumph Vicenza che mostrava una foto molto intrigante di questa strana moto con l’accattivante descrizione della sua cilindrata e, soprattutto, con l’invito sornione a prenotare un test ride.
La moto con il motore più grande disponibile sul mercato era lì a Vicenza, a due passi dalla sottoscritta, e, cosa faccio, non ci vado? No, no, non esiste! Neanche il tempo di chiudere il social che già ero al telefono con la concessionaria.
“Sì, ragazzi ciao, ehm, sono sempre io, non è che posso venire a guidare la Rocket? Quando, beh, tipo adesso?”
Sabrina, sempre la solita…

Passano alcuni giorni e, complice il meteo perfetto di un pomeriggio di ottobre, confermo la prova. Dopo una doccia veloce, prendo la mia moto e mi faccio un bel giro sui colli per arrivare fino alla sede Triumph di Vicenza. Durante il percorso l’istinto, la vocina, mi dice che forse, per un appuntamento del genere, avrei potuto mettermi giù un attimo più da gara. Insomma, pelle e un paio di borchie e un look più London vintage. Non si sa mai, insomma, la prima volta, un appuntamento al buio, ragazza, ci stava! Parcheggio e entro nel salone.

I ragazzi di Triumph devono aver preparato per bene la location in vista dei pomeriggi invernali senza giri in moto perché l’area è zeppa di modelli. Fuori sono parcheggiate alcune delle demo pronte per le prove e dentro lo spazio è pieno, tra naked, special, custom. Poi c’è LEI. LEI! Messa in prima fila, proprio davanti all’entrata. Per la miseria, è incredibile. E’ una grossa, grassa creatura british!

Immaginatevi il classico mood English, molto fine seventies, inizio eighties, intorno a voi: pelle, il chiodo, legno, caschi vintage, accessori un po’ cafe racer style e la Rocket 3 R davanti agli occhi. La linea che richiama gli anni passati, questi collettori enormi sulla fiancata, il motore davvero imponente che occupa tutto lo spazio disponibile, i cerchi a raggi…e ti sembra di ambientarti in una classica location inglese. Un prato curato, staccionate di legno, un aereo della RAF d’epoca sullo sfondo, tazze di the, cavalli, cappellini, tweed e, logicamente, la cara Lillibet con borsetta nera, colori pastello e perle al collo e ti parte, in loop, l’inno inglese con guardie reali e Union Jack che sventola. Tutto molto Ascot, tutto molto Royal, tutto absolutely British.

Solo che poi, Enrico, caro ragazzo, dopo averla spostata, la mette in moto. Oh My God!
Cambio totale! Sul palco arrivano i Sex Pistols, scalciando e schitarrando, e buttano giù tutto. Togli la Lillibet, i cappellini e l’inglese compagnia: sono loro il sottofondo giusto per la Rocket. Saluti alle buone maniere! Sta moto non è fatta per gli ingessati, proprio no. Assolutamente no.

Con Jonny e Sid in testa ammetto che ho avuto un momento di incertezza: dove caspita vado io con questo mezzo pazzesco? Forse ho voluto esagerare e non sono in grado di farci neanche un giretto? Avanti e andiamo: quando mi ricapita un’occasione così? Ho chiesto, chiamato e fatto il possibile per guidarla, adesso non mi tiro indietro! Salgo e metto la prima e, non ci crederete mai finche non la provate, si guida benissimo.

Questa moto ha un motore da 2.458 cc, il più grande motore pensato, costruito e prodotto per una moto del mondo. Un tre cilindri in linea che eroga 165 cv e che porta la Rocket 3 a pesare, a secco, 290 chili. Praticamente una moto che viaggia in un binario completamente diverso dai modelli che il mercato propone attualmente. Qui non si va di leggerezza e risparmio di peso. E’ grande, è grossa ed è imponente. E sono queste le caratteristiche che la rendono unica.

Questa versione molto particolare di Triumph è stata già prodotta in passato. I primi bellissimi bozzetti disegnati sono del 1999. Il modello attuale non è che una rivisitazione e un aggiornamento delle prime creazioni che risalgono a quasi vent’anni fa per cui ci sono nuovi colori, nuovi accorgimenti stilistici e pesi rivisti. Qui è tutto tanto, coppia compresa, e Triumph ha fatto un lavoro encomiabile per rendere questa bestiona un gingillo assolutamente gustoso e divertente.

Cerchiamo di analizzare questa moto strafiga, permettetemi di dirlo, con un po’ di oggettività mentre nella testa ci sono sempre i Sex Pistols. Dunque, già il rumore al minimo è un canto di sirena che ti invita caldamente a far quattro sgasate di quelle toste. E’ cupo e profondo. Ci si rende conto che qui c’è un motore grosso da far cantare. Salita in sella la strumentazione è tutta digitale e ricca di informazioni ma assolutamente essenziale. Niente in più del necessario occupa la parte del cupolino. Cerco le pedane e sbaglio subito. Non ho mai guidato custom e non ho realizzato che le pedane sono molto più avanti rispetto a come sono abituata io. Cerco di mettere i piedi nei posti giusti e porto in strada la moto. Ok.

Non mi aspettavo un mezzo così gestibile. Il telaio e la ciclistica studiati bene non ti fanno pesare le dimensioni della moto e subito l’avventura si rivela più semplice del previsto. A ogni rotonda vedo le persone strabuzzare gli occhi quando mi vedono arrivare. Non si passa inosservati, no, neanche un po’.

God save the Queen/she ain’t no human being/there is no future/in England dreaming! Fantastica sta prova, mai mi sarei aspettata un divertimento del genere.

Io non sono altissima e nemmeno super muscolosa ma la si guida come una moto molto più leggera e agile. A detta dei ragazzi di Triumph la moto ha una bella potenza e molta coppia: vediamo se è vero e provo. What a fuck?! Dalla seconda marcia, apro il gas ed è come se fosse uscito il mostro di Lock Ness a prendermi a calci nel sedere! Sta moto è maledettamente divertente. Resto a bocca aperta e mi viene da urlare dentro al casco. Ha una coppia mostruosa. Tipo…uno Scania V8!
Ti butta il busto indietro e tira fuori un ruggito di fuoco. Andate a provarla. Andate, cercatela e salite in sella perché è difficile capire cosa fa questo motore leggendo un articolo.

Mi ha spiazzato completamente. Continuo a cambiare marcia, sempre usando le basse in mezzo al traffico del pomeriggio, solo per sentire quel brontolare continuo dallo scarico. E’ un continuo scoppiettare. Mi libero dalle auto e cerco di accelerare un po’ di più. Signore mie, ok, che godimento. Che storia! La coppia che sprigiona questo 2.5 è qualcosa di
assurdo. Tecnicamente dovrei dire 221 nm a 4000 giri, praticamente dico na roba sola: tanta, tanta, ma tanta. Si muove come un drago sui dossi e sulle curve, le mancano solo le squame. Le ali e il fuoco ce li ha già. Ogni volta che cambio marcia spavento qualcuno che passeggia tranquillo lungo la strada.

Mi fermo un momento per fare alcune foto cercando di mettere in luce lei nel miglior modo possibile. Quando ci si muove nelle manovre occorre fare un po’ di pratica per maneggiarla ma i gommoni di cui è equipaggiata aiutano a spostarsi meglio. Vorrei ben vedere: monta un 150/80 R17 all’anteriore e un 240/50 R16 al posteriore. Gli pneumatici sono Avon Cobra Chrome fatti su misura per lei. Le sospensioni Showa hanno un gran lavoro da fare per gestire il dolce peso di questa donzella, lo senti sotto di te che tutto lavora al massimo per far sì che tu che la guidi ti possa divertire in questo modo. La trasmissione è cardanica e tutti gli accessori esterni, pedane del passeggero comprese, sono stati studiati per portare la Rocket ai livelli più alti possibili. Anche il suo design è accattivante: non rientra in uno schema predefinito o preimpostato.

Le occhiate scioccate e esterrefatte che mi hanno lanciato lungo la strada mi hanno gasato non poco. È lei, è fuori, è una strada a parte, è una da buttare il cuore oltre l’ostacolo. Può fare paragoni solo con se stessa. Qua la regola è che non ci sono regole, è uguale a qualcosa ma diversa da tutto. In breve, anarchy in the UK.

Ne ho parlato con pochissime persone della mia prova e, perdonate la sincerità, quei pochissimi ragazzi a cui l’ho descritta mi hanno chiesto cosa ci si può fare con una moto così, in modo parecchio scettico.

Cosa si fa? Ci si diverte! E di brutto anche. La coppia che ha ti permette di attaccare un rimorchio dietro e caricarci su quintali di divertimento. Per il prezzo franco concessionario, a partire da circa 23 mila euro, è una scelta validissima soprattutto se consideriamo che tante custom blasonate sono più costose o che qualche sportiva edizione limitata arriva a un prezzo di listino doppio. Provare questa moto non è stato difficile, anzi.

Era solo il pregiudizio che avevo su di lei che mi metteva in soggezione e, ancora una volta, ribadisco che sono proprio le moto che, se vi avvicinate con rispetto e passione, vi tirano fuori d’impaccio e vi fanno stare un gran bene. La Triumph Rocket 3 R ha un ultimo dettaglio da elencare: ha fascino. Sì, ragazze, è affascinate. Difficile sentire l’anima di una moto moderna.
It’s no easy to feel it. Sono passati alcuni giorni dalla prova che, per ovvi motivi, è stata breve ma ammetto che i flash mi passano davanti di continuo e i Pistols li sento sempre nelle orecchie.
God save the queen/we mean it man/we love our queen/god saves.

Sabrina Godalli
MissBiker© 2021
ph.credits Sabrina Godalli

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