Al North American Auto Show questa hoverbike ha fatto scalpore. La moto volante può viaggiare a 100 chilometri all’ora per un massimo di 40 minuti ma non ci si deve focalizzare sulla performance bensì sul risultato che sa tanto di fantascienza.
L’hoverbike è letteralmente una motocicletta con delle turbine sottostanti e con un motore a benzina Kawasaki da 228 cavalli che aziona i rotori. Un paio di pattini di atterraggio consentono di toccare terra, particolare ispirato chiaramente da un elicottero convenzionale. È un VTOL, cioè può decollare e atterrare verticalmente.
Il CEO dell’azienda con sede in Delaware, Shuhei Komatsu, ha ammesso di voler costruire qualcosa di simile ad un’astronave di Star Wars e ci è riuscito.
Il modello di Aerwins Technologies che vedi in foto si chiama l’Xturismo ed è anche in vendita per il pubblico in Giappone* al prezzo di $ 777.000, quasi 800mila euro. Se sei interessata lo potrai acquistare direttamente online a questo link…
*L’hoverbike viene venduto in Giappone perché al momento nello stato non si classifica il veicolo come un aereo e non richiede una licenza per pilotarlo.
In caso al momento fossi sprovvista di quasi un milione di euro, non temere: c’è un modello elettrico in arrivo nel 2025 per una cifra più accettabile di $ 50.000.
Hoverbike? ‘Quello che tutti abbiamo sognato da quando eravamo piccoli’
Costruito in carbonio leggero ma ad alta resistenza, il modello Xturismo ha un peso di 300 kg ma potrà avere un carico massimo di 100 kg, pilota incluso. Per essere sollevata, la moto volante ha bisogno di un motore a 4 cilindri in linea da moto con sovralimentazione. Infatti la potenza indicata da Aerwins arriva fino a 170 kW, circa 230 CV.
Anche le dimensioni sono importanti: lungo 3,7 metri, largo 2,4 metri e alto 1,5 metri. Non sarà proprio semplice parcheggiare insomma!
Il consumo? Anche questo non è per tutte le tasche: parliamo di 1 litro di benzina al minuto!
Il futuro comunque è già qui e, visto il traffico sempre più opprimente per noi motociclisti, non ci resterà che indossare un casco tecnologico e salire su altri mezzi, in strade “meno” trafficate (per adesso almeno!).