Il diario di una piccola Missbiker – Motoincontro nazionale Marostica 2016
Eccoci qui, di rientro dall’esperienza travolgente e meravigliosa che è stata il motoincontro Missbiker 2016. Ho tante cose che mi frullano per la testa.. tanti bei ricordi di voi che non mi abbandonano e, anzi, mi fanno compagnia in questi giorni in cui la ripresa del lavoro e delle normali attività mi procurano una nostalgia che sarebbe perfetta per una riedizione di una nota pubblicità di crociere di qualche anno fa.
Solitamente mi diverto, sempre ad evento concluso, a fare dei piccoli resoconti che lascino una traccia permanente delle emozioni che viviamo quando abbiamo la possibilità di stare insieme e conoscerci grazie ad un corso, un giro, una cena o un raduno targato Missbiker.
Questa volta però vorrei lasciare la parola ad un amico, aiuto prezioso in questi quattro giorni a Marostica, il quale mi ha mandato questo bellissimo scritto che si sentiva di voler condividere con noi subito dopo la conclusione dell’evento e che mi fa molto piacere ospitare in questa mia piccola rubrica.
Un ringraziamento dunque và a Stefano, lo staffetto-batterista-scrittore più amato dalle Miss, per le sue belle parole che trovate qui di seguito, e uno davvero davvero grande a tutte voi che avete partecipato al nostro secondo raduno con un entusiasmo e un’allegria incredibili e che ci regalate ogni giorno tantissime emozioni e soddisfazioni!
Vi tengo tutte dentro al cuore, Ilaria Shiver My four full days – Stefano Zonta
Domenica 5 giugno, ore 19.00. Agnese mi guarda sconsolata, ma comprensiva. Capisce che non sarà possibile a papà mantenere la promessa della pizza insieme, decisa come “premio” per aver accettato di veder sparire un padre per quattro giorni, inghiottito dal tornado “Miss Biker”. Non sarà, difatti possibile sovrapporre una gorgonzola/speck con rossa da mezzo (anche se spinata con tutti i crismi, come sentito nella degustazione del venerdì sera) sopra i tagliolini al tartufo, più quattro Guinness, ingurgitati tra il test ride della BMW 1200 (cazzo che motore!) e la presentazione del mio libro “Orme sulla neve”. Serviranno un po’ di giorni fatti da almeno otto ore di sonno e corretta alimentazione per rimettere in sesto un “giovanotto del 65”, poi tutto tornerà nella norma e la pizza promessa potrà essere finalmente consumata.
Cosa invece non se ne andrà facilmente sarà il ricordo di quattro giorni vissuti “pericolosamente”. Continuerò in modo ciclico a passare nel setaccio dei ricordi tutti gli istanti vissuti tra il 2 ed il 5 Giugno: i giorni del meeting MissBiker. Assomiglierò ad un pioniere che vaglia pazientemente la sabbia del torrente alla ricerca delle pepite d’oro, scartando ghiaino od inutili pietre. In questo caso però, nel setaccio, so già che mi rimarranno esclusivamente metalli preziosi, cose da trattenere. Tra l’altro io non sono un pioniere di primo pelo: in trent’anni di moto (anzi di Moto Guzzi) di raduni ne ho visti tanti, sia da “staff” che da ospite.
E allora perché Miss Biker è stato così speciale, così “indimenticabile” per me? Colleghi di lavoro ed altri amici mi hanno dato subito una risposta ovvia: “Eh già, quattro giorni in mezzo alle femmine, figuriamoci!” Sbagliato, non è così scontata la risposta, non è così ovvia.
Miss Biker ha preso spazio nella mia “top ten” delle più belle cose vissute in cinquant’anni perché mi ha mostrato un modo diverso di vivere la coesione: un modo “da donne speciali”. Niente litigi, niente sterili polemiche, niente commenti sarcastici sull’operato altrui, mai lamentele o proteste per ritardi, cibo inadatto, cattiva organizzazione o chi sa cos’altro. Così, paradossalmente, a fare grande un motoraduno non sono state le moto o i chilometri percorsi, sono state le donne che lo hanno creato e vissuto, sono stati gli intenti comuni e la solidarietà. Mi considero un uomo fortunato: mi sono ritrovato dentro tutto ciò, ho cercato di farlo con umiltà e spirito di collaborazione così ho potuto osservare “in diretta” cose stupende.
Ho visto Licia con stivali e badile spargere il ghiaino sul pantano creato dall’implacabile pioggia e non perdere il sorriso. Ho osservato Lisa mettere in archivio la sua pesante situazione famigliare ed essere presente sempre, con un mondo di carica positiva perché “lei è il capo”. Ho riso e discusso con Ofelia ed Ilaria che sono rimaste positive ed allegre anche se hanno partecipato ad un motoraduno senza percorrere sulle due ruote nemmeno 500 metri: c’era da lavorare! Ho dato una pacca sulle spalle ad Elena sempre attiva anche se malconcia e quasi senza voce. Ho riso del passeggino di un’altra Elena dove teneva pupa ed un secchio da muratori per portare in giro attrezzi ed altro, utili in interventi di emergenza. Ho rincorso “l’esigente” Cristina che con il suo mastodontico GS teneva tutte “sulle righe” durante i tour, dando sempre sensazione di sicurezza e precisione. E poi non dimenticherò Giò, domenica pomeriggio, stanca e provata come tutti, caricarsi la moto con calma, cosciente di dover percorre almeno 250 chilometri di autostrada prima di raggiungere il meritato riposo.
Ho capito, ancora, che non sono le spa od i centri estetici a mantenere giovani le donne, ma la moto. Così mi sono trovato con “ragazze” a cui avrei dato a malapena 40 anni e che in realtà altro non erano che meravigliose cinquantenni.
Ora, non mi odino tutte quelle che ho incontrato, che hanno lavorato, faticato e non ricordo o menziono. Non mi odino tutte quelle che mi hanno ringraziato come se avessi fatto chissà cosa quando, in realtà, sono state loro a dare l’anima. Di certo per tutte, ma proprio per tutte, nutro lo stesso pensiero: voi siete le vere donne, quelle oltre la pubblicità costruita per soddisfare i canoni maschili, quelle che non appaiono sulle riviste patinate e che non incontri il sabato pomeriggio con le borsette dell’estenuante shopping. Voi siete le donne libere che danno forma ai propri sogni e desideri. Voi siete quelle belle da parlarci e da conoscere, Voi siete le MissBiker: che Dio vi benedica!
Dallo staffetto: CHAPEAU.Stefano Zonta