Casco contraffatto: 6 consigli per evitare una fregatura
31/05/2023
Lisa Cavalli
E’ notizia di qualche giorno fa il sequestro da parte delle forze dell’ordine di ben 4500 caschi non omologati destinati alla vendita. Non è la prima volta che accade ma spaventa che questi dispositivi di protezione personale così indispensabili (in questo caso si parla di 862 pezzi), siano stati anche distribuiti a 43 negozi di ignari rivenditori.
La maggior parte dei caschi senza omologazione arriva dall’Indonesia e dalla Cina. Esteticamente potrebbero sembrare quasi identici a quelli delle marche più blasonate ma non avranno la stessa protezione. Questo perché non sono stati effettuati controlli e i test obbligatori (e costosi) che ne certificano la sicurezza. In alcune prove di laboratorio i caschi “cloni” si sono sbriciolati. L’EPS, che dovrebbe essere un pezzo unico, si è diviso in due parti. Altri caschi non hanno superato i test nemmeno dopo impatti minori. Un casco originale può salvarci la vita, non dimentichiamolo mai.
Lo sapevi che il casco scade? Leggi qui per saperne di più.
Ma non finisce qui. In caso di sinistro, l’assicurazione potrebbe non pagare il dovuto se verificasse la presenza di un casco irregolare.
Tutte le marche di caschi sono a rischio falso. Arai ha più volte denunciato la presenza online di caschi clonati e non omologati. Ma lo stesso problema hanno avuto AGV, Shoei, HJC.
Uno dei primi consigli di questi brand è di acquistare il casco da un rivenditore autorizzato. Gli e-commerce molto spesso hanno anche un negozio fisico, quelli online offrono spesso una garanzia di affidabilità. Ricerca feedback online o chiedi alla community se hai dubbi sul negozio.
Un casco originale avrà un’etichetta cucita con il marchio E e un numero di serie. Questi dati dimostrano che il casco è stato testato e certificato secondo gli standard europei.
Se anche l’etichetta ti sembra sospetta, invia una foto al produttore, importatore o distributore e chiedi maggiori spiegazioni.
Anche per chi è del settore non è facile capire da delle foto su un sito se il casco è originale oppure no. Le immagini potrebbero essere state scattate ad un oggetto originale ma venduto contraffatto.
Sconti dell’80% su siti poco attendibili, all’asta o sui social? Difficilmente sarà un vero affare, specialmente se il modello del casco è nuovo. Diffida delle occasioni straordinarie, i truffatori fanno leva soprattutto sui prezzi.
Spesso sono i dettagli a far scoprire i caschi contraffatti. Controlla bene gli interni, le pellicole protettive, le visiere ma anche i manuali d’uso e l’imballo. Se hai dubbi scrivi all’azienda o al distributore.
Spesso cerchiamo qualcosa di originale online ma con i caschi non si scherza. Diffida di marche con nomi strani o mai sentiti, controlla sempre se esiste un sito web del produttore e un referente della tua nazione. Il casco potrebbe anche essere non contraffatto ma avere un’omologazione non pertinente a dove vivi.
La certificazione DOT, ad esempio, non è valida in Europa. Questo non significa che non sarai protetta in caso di caduta ma che, se ci fosse un sinistro, l’assicurazione potrebbe rivalersi sull’utilizzo di un casco che non rispetta l’omologazione europea o potresti essere fermata per un controllo da una pattuglia.
L’art. 171 del C.d.S. infatti, sanziona chi non usa il casco, chi non lo allaccia e chi usa un casco non omologato in Europa, con una multa da euro 83,00 a euro 333,00 (pagamento entro 5 giorni euro 58,10, pagamento oltre 60 giorni euro 166,50). Se ti sembra poco pensa che è previsto anche il fermo amministrativo del veicolo per 60 giorni.
Hai altre perplessità sull’originalità del tuo casco? Portalo ad un negozio specializzato, anche se l’hai acquistato online. Un esperto potrà darti tutte le informazioni e chiarire i tuoi dubbi.
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