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Quando per tuo figlio divertirsi è “cringe”

12/01/2024
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,

Ho deciso di scrivervi dopo aver letto altre storie di motocicliste, storie di donne in moto che condividono gioie e dolori.

Qualche giorno fa mio figlio mi ha detto che sono “cringe”. Me lo ha detto come se lo stesse sputando, con quell’espressione di odio e disprezzo.

Sono rimasta bloccata perché in qualche modo capivo il senso di quello che mi stava dicendo ma non volevo chiedere cosa volesse dire. Ci avrei pensato dopo digitando su Google. Prima dovevo farmi passare quel nodo allo stomaco e capire in cosa avessi sbagliato con lui.

Ho letto che il termine “cringe” è quella parola che utilizzano i giovani di adesso e vuol dire sentirsi imbarazzati e vergognarsi per qualcosa.

Cosa avrei fatto di così vergognoso? Ho pensato a lungo agli ultimi tempi e alla fine ho capito: la mia colpa era quella di aver fatto un giro in moto con le amiche e aver postato delle foto sul mio profilo social. Nulla di volgare, ci mancherebbe. Era solo puro divertimento, visi sorridenti e una birra in compagnia.

Mio figlio si è sentito in imbarazzo perché sono stata bene? Non ci posso credere.

Non ho nessuna intenzione di sentirmi in colpa per qualcosa che mi fa felice e che mi fa sentire giovane e viva. Di tutte le cose che sono riuscita a trasmettergli, la moto proprio non l’ha digerita e mi ha vomitato addosso rabbia e fastidio per qualcosa che non lo riguarda.

Non sono mai stata meglio. Dopo anni di sacrifici sono riuscita a prendere una moto, nonostante il divorzio e un figlio a carico.
Non vergognamoci per quello che siamo. Guidare una moto mi ha ridato libertà e fiducia in me stessa. Dovrei esserne imbarazzata?

Grazie a tutte per essere un grande supporto, vi voglio bene ragazze.

Paola

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